Multe a Parma

Ho saputo tramite facebook (e di conseguenza ho guardato sui siti di Repubblica e Gazzetta) la querelle delle sanzioni elevate a carico di tre amministratori comunali di Parma e annullate dalla prefettura su indicazione del comandante della polizia municipale ducale.

Vivendo a Parma mi sono incuriosito e subito dopo depresso per non dire vergognato profondamente.

Mi sono vergognato sentendo il livello di una polemica che non ha alcun senso di esistere.

Ho sempre avuto i brividi pensando alle associazioni di consumatori che si rivelano, spesso e volentieri, ben più interessate alla visibilità che gli garantisce la sopravvivenza (fine primo ed ultimo) piuttosto che alla comprensione e soluzione dei problemi delle città.

Nel caso specifico mi astengo da ogni valutazione perchè, ascoltando le interviste, ciascuno può subito farsi un’idea chiara di come stanno le cose.

Non amo i grilletti, grillini, pentastellati o stelluti che si appellino, ma ho idea che siano stati, come si usa dire, fessi: sapendo che quando ci si pone come puri si trova sempre (è solo questione di tempo) qualcuno che è più puro e che epura l’ormai impuro, avrebbero dovuto seguire pedissequamente la procedura (attendere la notifica del verbale, presentare ricorso alla prefettura e attendere serenamente l’archiviazione che sarebbe sicuramente giunta, se non ho malinteso la situazione).

Il comandante ha agito con intelligenza facendo risparmiare soldi (spese di notifica) e carta, cioè ha snellito la burocrazia, e adesso si trova accusato di avere commesso chissà cosa quando ha semplicemente accelerato ed economizzato una procedura destinata a morte certa.

La prefettura ha ritenuto corretto quanto prospettato dal comando ed ha autorizzato l’archiviazione.

Dove sta lo scandalo? forse nel fatto che questa intelligente procedura è stata utilizzata soltanto nei riguardi dei potenti politici parmigiani? può essere ma, nel caso specifico, essendo sacrosanta l’archiviazione, tutto sommato mi farei passare l’arrabbiatura nella frazione di due secondi.

Mi ha divertito, invece, sentire il parere di un ex coordinatore dei giudici di pace: “Sembra che la pubblica amministrazione un po’ troppo facilmente ha concesso ciò che in linea di massima quasi sempre nega a tanti altri”, ha affermato, facendo notare che “tutto è stato fatto sulla base di un semplice preavviso”. “L’amministrazione può fare ricorso in autotutela – ha spiegato – qualora dal preavviso possa emergere l’estraneità di quel soggetto alla violazione, cioè quando ci troviamo di fronte a una discordanza tra quello che ha notato il vigile e ciò che viene fuori poi dal sistema informatico, relativamente alla targa, al nome del proprietario. Ma in questo caso non c’è estraneità”. Quindi, aggiunge, “secondo il mio punto di vista l’accertamento non doveva essere interrotto, quel vigile doveva poter arrivare alla conclusione dell’accertamento con la redazione del verbale”.

Mi ha divertito perchè uno che è stato coordinatore dei giudici di pace dovrebbe avere ben presente quel che succede nelle aule di questi giudici. Qui, ogni volta che c’è un ricorso da decidere viene la pelle d’oca  e alle sentenze dei giudici di pace dovrebbero guardare i movimenti dei consumatori che avessero a cuore la sicurezza delle città.

Ho avuto a che fare con un giudice a Parma, uno soltanto, una donna, che si è comportata in maniera ineccepibile, senza buonismi, senza accanimento, senza inutili dilazioni con duplicazioni di udienze senza senso, ma un giudice soltanto.

E non sto parlando di giudici che ci hanno dato torto; le cause le abbiamo vinte tutte ma sentendo discorsi da paura.

Chiudo sperando che tutti i politici parmigiani si dedichino ad occupazioni più importanti che non a tempeste in un bicchiere d’acqua vuoto: fare politica seriamente significa, a mio modesto parere, sapere dar valore alle cose importanti e lasciar perdere le banalità; ne guadagnerebbe la civiltà, che vedo sempre più a rischio.

Dei grillini e dei movimenti dei consumatori di tal fatta auspico la scomparsa, cosa che non accadrà ed è un segno dei pessimi tempi in cui viviamo.

Il governo avrebbe il mio sostegno se provvedesse ad eliminare l’istituto dei giudici di pace, una delle peggiori invenzioni degli ultimi decenni ma anche questo non si avvererà.

Ci tocca tenerci castorino, il gran promettitore, che ha come unico pregio di essere meno peggio di tutti gli altri, inesistenti; non lo sosterrò di certo ma riconosco che nel regno dei ciechi il monocolo (pure miope presbite astigmatico e strabico) è re.

Della politica italiana penso il peggio possibile (sono un gufissimo, carpiato con avvitamento), in questo confortato dal mio amatissimo Shakespeare che in Timone di Atene così ne parlava:

“Il diavolo, quando ha insegnato agli uomini

l’arte della politica

non sapeva che cosa si facesse,

non sapeva d’andar contro se stesso.

E non posso evitare di pensare

che le scellerataggini degli uomini

finiranno con il riabilitarlo.

Con che ornato e polito argomentare

costui s’ingegna ad apparire infame!

Si modella ad esempi di bontà

per esser tanto più crudele e tristo;

come fan certi che, sotto il pretesto

d’un infiammato ardore religioso,

manderebbero a fuoco interi regni:

tale il suo affetto per il mio padrone.”

Si parla qui di politica e di spassionatezza… quest’ultima molto di moda ultimamente.

Mala tempora currunt

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