Berlusconi è morto, viva Berlusconi

Ho letto poco sulla morte di Silvio Berlusconi e credo di non avere quelle capacità intellettuali per poter dire qualcosa di nuovo o diverso dai fiumi d’inchiostro versati per incensarlo o denigrarlo.
Chi lo ha esaltato per certe sue innegabili capacità – imprenditoriali e politiche sicuramente – chi lo ha sminuito attribuendogli ogni sorta di nequizia e nefandezza, il tratto comune mi è parso l’eccesso, il che è normale per un personaggio che ha calcato le scene per tanti anni.
È stato divisivo? Certamente, né avrebbe potuto essere altrimenti: di fronte alla pretesa superiorità ontologica degli appartenenti alla schiera dei sinistri chiunque non sia conforme alla loro ideologia è ipso facto causa di divisione e di scandalo.
Ha, Berlusconi, corrotto e degenerato l’italiano medio? Quello vagamente ignorante, anarcoide, furbetto cui piace la f..a, di cui parla con una certa tal trucidezza al bar sport mentre con gli amici si abbandona alla passione calcistica con espressioni che farebbero impallidire quell’animuccia candida della cara Elly S.?
Probabile che il Nostro abbia contribuito al dilagare della banalizzazione, di certo la TV commerciale in quella direzione si orienta, ma temo che non si possa incolpare Lui medesimo di cotanta catastrofe, ne è stato un attore, magari anche di peso (ha colto il vento al momento giusto), ma non il creatore né l’unico responsabile.
Come molti sostengono, Dio è morto, quel che non è morta, invece, è la religione.
Freud «dice che la religione è quella formazione di Cultura che ha forma di nevrosi ma generale ossia che risparmia l’angoscia della nevrosi individuale, egli riordina e rinomina la religione nella categoria dei sedativi (distinti in chimici e discorsivi), uno dei quali è detto “religione”, e senza perdersi a confutarne i contenuti” … “Come nevrosi ossessiva la religione sistematizza a partire da una linea di demarcazione, una riga tracciata in mezzo a un foglio, che poi moltiplicata quadretterà spazio e tempo in campi o sfere.
Tra i campi isolati ci sarà quello sessuale, con le relative morali e psicologie sessuali, e con immoralità e psicopatologia garantite nel più casto come nel più libertino.
In religione come in ossessione il fine – si tratta sempre di rapporto mezzi-fini – è quello di sedare l’angoscia: poi si chiama “felicità” questa sedazione stessa”».
Questa citazione da un blog di Giacomo Contri credo possa aiutarci a capir meglio: l’angoscia della nevrosi individuale trova “consolazione” nella nevrosi universale chiamata religione; questa sfida, singolar tenzone, è riproposta ad ogni uomo e discende dal fatto che l’uomo è l’unico essere vivente sprovvisto di una legge di moto innata – chiamasi istinti – e che deve “fabbricarsela”.
Si può dire che non esiste uomo che non debba passare per le forche caudine della nevrosi e della tentazione che ne deriva: porre, fondare, una legge di moto che permetta un rapporto pacifico con l’altro (chiunque altro), una norma che istituisce l’altro come prossimo, il prossimo è il partner (di affari, quali che siano) oppure, in alternativa mantenersi, per quanto possibile, nell’irresolutezza del compromesso – l’altro come simile, il simile è il contiguo di metro – oppure sconfessare questa facoltà e sostituirla con leggi di moto in cui l’altro diventa sagoma, la sagoma è il soldato della trincea opposta.
Salute, elaborabile via correzione del pensiero, nevrosi e perversione, ecco quanto sono il partner, il simile e la sagoma.
Jacques Lacan individua l’altra faccia del Super-io freudiano, quello che un tempo era l’istanza che inibiva e puniva, dal Sessantotto ha velocemente iniziato una trasformazione in istanza che obbliga e comanda.
E Berlusconi?
Mi fa venire in mente lo spagnolo Zapatero e gli spagnoli di quel momento: a fronte della dura repressione franchista, sostenuta da una chiesa cattolica molto religiosa (Super-io freudiano), la reazione è stata la caduta nell’eccesso contrario (Super-io lacaniano).
Eccesso come alternativa al giudizio, cioè azione – reazione versus correzione.

La fissazione si realizza nell’identificazione o nell’opposizione, forme diverse ma analogo risultato.
Gli anti berlusconiani sono funzionali al Berlusca eterno e sono condannati all’eternità della coazione a ripetere proprio per via del rifiuto del lavoro di correzione; essi dovrebbero essere molto grati a Berlusconi e forse si incarogniscono anche a cadavere ancora caldo perché, cadendo questo nemico, causa del loro pensiero, sanno di restare orfani: è venuto a mancare l’ennesimo feticcio dietro cui nascondere il progressivo scivolamento verso la perversione.

Avrebbero potuto imbalsamarlo e tenerlo a Palazzo Madama, un po’ come Norma Spool la mamma di Norman Bates, odiato ma necessario (in attesa del prossimo nemico da adottare.
Mi si conceda una chiusura politicamente scorrettissima: un uomo che ha definito la Bindi più bella che intelligente non può non meritare il purgatorio (cioè la salvazione) a prescindere dai peccatacci che possa avere commesso.

Sia ben chiaro che non ho intessuto lodi ai berlusconiani e compagnia danzante, omnes peccavimus.

Parma, 15 giugno 2023 memoria di Sant’Amos, profeta

I narcisisti sono persone molto pericolose quando hanno il potere: la storia di ieri e di oggi ne è piena e difficilmente hanno portato fortuna al loro Paese.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.