Turbamenti politici

Alle ultime elezioni avevo votato per Dario Costi sindaco; tanto ero convinto che andai persino ad alcuni incontri pubblici ed al “comizio” di Carlo Calenda, in piazza Garibaldi, in quel di Parma.

Se non ricordo male, a quei tempi era in corso una storia d’amore, poi precocemente finita tra Calenda e Matteo Renzi: speravo che potessero amalgamare le forze centriste per porre un argine moderato e pragmatico agli opposti estremismi.

L’ircocervo Calenda Renzi si è dissolto, temo per incompatibilità caratteriale dei due leader, muniti di ego in continua, infinita espansione.

Mi sono guardato attorno, in vista delle elezioni europee ed ho scoperto che a nessun partito sembra importare veramente delle questioni che coinvolgono l’intero continente: la campagna elettorale sembra più l’ennesima lite da pollaio per questioni di potere interno alle coalizioni o tra gli schieramenti, piuttosto che una proposta di riforma dell’Unione Europea.

Ho iniziato ad osservare ed ho scoperto, partendo proprio da chi avevo votato l’ultima volta, che il dimenticabile fu sindaco di Parma Federico Pizzarotti,  nato 5 stelle poi divenuto civico poi passato a Più Europa è ora candidato con Carlo Calenda, il che mi obbliga a dire addio a quel partito: l’idea che il nostro beneamato ex sindaco vada in Europa mi fa rabbrividire nonostante la canicola di questo giorno elettorale.

La mia ricerca è orientata da alcuni semplici criteri: avanti alla maggiore integrazione europea possibile, riforma dell’Unione per renderla sempre più coesa ed efficiente – eliminando ad esempio il vincolo dell’unanimità – con un unico esercito, unica diplomazia e via dicendo.

Auspico un’Europa più politica e meno burocratica, un’Europa che non distrugga ma valorizzi le differenze degli stati nazionali che non devono scomparire nell’astrazione di un’idea, come ben ci spiega, sempre sul Corriere di oggi, Ernesto Galli della Loggia.

Veniamo all’Ucraina: sostegno incondizionato alla resistenza ucraina, senza dubbi (come spesso mi ripeteva il compianto amico Roberto Mastri di venerata memoria); apprezzo moltissimo, a tal proposito, l’articolo del Corriere a firma Federico Rampini, di stamattina, che trovate qui: ricordando il D day e le vicende europee di 80 anni fa, ci ricorda che oggi si impongono scelte per le quali è necessaria una classe politica con qualche idea chiara a proposito dei rapporti con l’America (e di conseguenza col resto del mondo).

Vogliamo parlare di Israele? Sostegno a Israele senza ambiguità; sostegno non significa servaggio, ma anche azioni politiche perché vengano modificate le scelte di taluni politici attualmente al potere;  è necessario arrivare a due popoli due stati.

Chi scegliere, dunque?

Fratelli d’Italia, seppur turandosi il naso come ci ha insegnato Montanelli, qualche requisito l’avrebbe ma le continue gaffe di svariati suoi esponenti, un certo cipiglio della leader e, soprattutto, la sciagurata scelta locale di accettare tra le proprie file l’ex assessore della giunta di Pizzarotti Cristiano Casa, me lo rendono invotabile da qui all’eternità.

Sebbene non candidato alle europee (ma, pare, alle prossime regionali), la presenza di Casa nelle liste di quel partito me lo rende invotabile anche se proponesse “tre volte Natale e festa tutto il giorno,/ ogni Cristo scenderà dalla croce/ anche gli uccelli faranno ritorno./ Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno,/ anche i muti potranno parlare/ mentre i sordi già lo fanno./ E si farà l’amore ognuno come gli va,/ anche i preti potranno sposarsi/ ma soltanto a una certa età”.

Salvini ormai ha oltrepassato ogni limite di sopportazione ed anche se raccatterà tanti voti con l’operazione Vannacci, resta un politico straordinario nel fare opposizione, peccato che sia al governo.

Tutto quello che gravita tra Pd, 5 stelle, verdi e corpuscoli vari non è nemmeno da perderci tempo.

Da sempre ho provato “simpatia” per noi moderati, poiché considero Maurizio Lupi una persona seria; se alle politiche era non votabile perché condannato all’irrilevanza, in questo caso, l’unione con una forza di maggior peso, gli offre qualche possibilità in più ed è per questo che ho deciso di sostenere il candidato, che ovviamente non conosco di persona, di questo piccolo partito.

Voterò, quindi, per noi moderati, sperando che il mondo dei popolari sappia mantenere il giusto equilibrio, lasci perdere la cultura woke che tanti danni sta facendo, lasci da parte certi estremismi che rischiano di consegnarci mani e piedi a padroni cinesi (intendasi scelte ecologico talebane) e lavori per costruire, non per affermare principi ideologici sterili se non dannosi.

Non mi dilungo, buon voto a tutti.

Parma, 8 giugno 2024 memoria del Cuore Immacolato della Vergine Maria

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