Riccione e il CIR

CIR? Riccione?
Il CIR è l’acronimo di “Codice Identificativo di Riferimento“, un mistero per i più, ma non per noi vecchi operatori di Polizia Locale, adusi a scontrarci con l’intero scibile normativo italiano.
Il sindacato autonomo di cui mi onoro di far parte e APLRER, Associazione Polizia Locale Regione Emilia – Romagna, mi hanno chiesto di dare un contributo al convegno che ogni anno si tiene in quel di Riccione; siamo alla XXXVI edizione di “Noi siamo la Polizia Locale – SULPL” e non mi sono sentito di tirarmi indietro.
La mattina del 14 dicembre, dunque, mi sono trovato nella sala Caboto dell’Hotel Mediterraneo di Riccione, in compagnia di un altro pezzo da novanta della categoria, una persona di squisita cortesia, l’ottimo comandante della Polizia Locale di San Lazzaro di Savena, Roberto Manara.
Ci siamo divisi 3 ore di incontro, spaziando dal mio CIR alla ludopatia: una buona quarantina di colleghi ci ha fatto la sorpresa di essere la graditissima (e li ringrazio per l’audace pazienza) platea che ha presenziato all’evento che mi è sembrato un’ottima occasione di incontro.
Per chi se lo fosse perso, è stata fatta pure la registrazione che verrà pubblicata sul canale YouTube di APLRER quindi dal primo gennaio anche questa normativa non avrà segreti per i numerosi colleghi che si dedicano ai controlli di polizia amministrativa.
Vivo sempre questi eventi con un’ansia da prestazione che mi crea non pochi turbamenti, ma il desiderio di essere utile a chi vuol ben lavorare ha sempre il predominio e così, nonostante l’emozione, credo sia andato tutto bene.
Esaurito, da ogni punto di vista, il mio impegno, mi sono dedicato a quel che mi viene meglio quando sono in buona compagnia, socializzare.
L’occasione di rivedere, salutare e scambiare esperienze con colleghi vecchi e aggiungerne di nuovi è imperdibile; dopo l’ottimo comandante Manara, ad esempio, ho condiviso il pranzo con un giovane emergente virgulto, il collega Emanuele Montanini.
Ma ci sono certezze irrinunciabili: la mitica Ross (Rossella Relandini) col non meno mitico Tostatino (Luca Tostati), da Modena.
Quando si avvicina Natale è diventata ormai consuetudine (nel senso che mi hanno viziato) godere dei tortelli di Natale che Rossella prepara con amorevole cura e straordinario successo (scompaiono alla velocità della luce): un dolce regalo che non è mai scontato e che mi commuove ogni volta.
Che ci sia una collega e amica che si ricorda sempre di me, che dedica parte del tempo e delle energie per produrre una prelibatezza per me, mi colma sempre di grato stupore.
L’unico cruccio è che non siano rimasti sino alla fine del convegno, ma ci saranno altre occasioni, ne sono certo.
Pomeriggio dedicato in parte a famigliarizzare con un altro virgulto, un mega capiscione del Veneto, tal Simone Maniero, che avevo avuto modo di conoscere nella trasferta di Barletta, mesi fa, ma di lui mi occuperò in un altro post (forse) e in parte ad assimilare le novità in materia di legislazione ambientale, col buon Emanuele: la normativa ambientale è molto più indigesta del CIR per il mio palato raffinato, ma l’ormai ultradecennale esperienza mi ha dato la capacità di dissimulare anche la più bieca ignoranza.
Poi, giunge la sera ed un appuntamento tanto atteso e desiderato, la cena con gli amici riminesi; anche in questo caso un evento memorabile.

Il posto è nuovo, fatico un po’ a trovarlo ma è risaputo che il mio senso dell’orientamento è scarso, molto caratteristico e accogliente, il personale cortese e cordiale, si chiama “La Esse romagnola” il ristorante dove festeggio il temporaneo ritorno in terra di Romagna.

L’organizzazione della serata è impeccabile, d’altronde chi ha avuto modo di conoscere l’amico, collega ed ex capo Umberto Farina, sa che non avrebbe potuto essere diversamente.

Rivedere lui e assieme a lui alcuni colleghi che hanno fatto la storia della mia esperienza riminese – c’è stata qualche assenza, ma giustificata – è stato un bagno salutare per le mie stanche e provate membra.

Elencarne i nomi, come la mia nevrosi ossessiva mi spingerebbe a fare, è inutile, chi era presente sa bene che stima e affetto provo ed a ciascuno di loro debbo un debito di gratitudine per aver contribuito a farmi diventare quel che oggi sono, nel bene, esclusivamente nel bene.

A mezzanotte sono tornato a Riccione per riposare, in vista di un’altra giornata di cui vi narrerò alla prossima puntata.

Riccione e Rimini, 14 dicembre 2023, memoria di san Giovanni della Croce, dottore della chiesa

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