razzismo e violenza

Pensando al razzismo, in questi giorni, mi ha colpito l’episodio ormai famoso di Fermo, nelle Marche.

Da un signore italiano (chiamiamolo così perchè sono garantista e non ci sono sentenze passate in giudicato) partono alcune frasi non esattamente cortesi nei confronti di alcuni immigrati; frasario non proprio da Eton ma siamo nelle Marche non nei santuari inglesi del bon ton.

Le frasi avrebbero, pare certo, contenuto razzista e gravemente offensivo nei confronti di una signora, il che è ancor più imperdonabile se sia mai accettabile (e non lo è) rivolgere insulti a qualcuno a motivo del colore della sua pelle.

Ne nasce un diverbio perchè il marito della signora offesa pensa bene di reagire munendosi di asta metallica (sostegno di un cartello stradale provvisorio); la vicenda nata male, come sempre in queste situazioni, finisce peggio: l’insultato astamunito viene colpito da un pugno, cade a terra, sbatte il capo e muore.

Premetto che chi uccide un uomo non commette mai una buona azione e chi colpisce un uomo con un pugno deve essere punito secondo le leggi vigenti; aggiungo anche che chi viene insultato dovrebbe sapere che nelle civiltà occidentali nessuno dovrebbe farsi giustizia da solo e che sarebbe stato molto più opportuno chiedere l’intervento delle forze dell’ordine presso le quali sporgere denuncia querela.

Ho letto anche che a iniziare la lite sarebbe stata la signora insultata che avrebbe colpito con una scarpa l’offensore, quindi anche lei avrebbe alzato le mani in questa tragica lite.

Quindi entrambi i coinvolti hanno commesso degli errori ma non è questo che mi interessa né voglio sminuire le responsabilità di chi ha colpito un uomo causandone la morte.

Quel che mi interessa è stato tutto il discorso sul razzismo che è stato montato attorno.

Ai funerali hanno partecipato ben tre esponenti politiche di spicco, quasi in funzione di Erinni, il presidente della camera Laura Boldrini, il deputato europeo Cécile Kyenge e il ministro per le riforme, Maria Elena Boschi.

Certo dietro la frase razzista dell’italiano che ha insultato la vedova c’è odio, odio per i diversi, per il colore della pelle o il credo religioso o chissà che altro.

Ma quest’odio, ingiustificabile e imperdonabile, non contemplava l’omicidio quindi riportiamo nei giusti limiti una vicenda che non deve essere strumentalizzata in un modo o nell’altro.

Leggo che l’università di Ancona avrebbe offerto alla vedova una borsa di studio; non so se lo abbiano fatto come misura di solidarietà e compensazione; ho sentito che altri hanno proposto di conferirle la cittadinanza italiana.

Mi chiedo perchè mai, perchè tutta questa benevolenza di stato per un famigliare di una vittima di un omicidio preterintenzionale; come tutte le altre vittime a lei spettano le tutele e i risarcimenti che spetterebbero a tutti i cittadini italiani e non, né più né meno.

Le nostre tre importanti esponenti politiche non stanno per caso utilizzando il discorso del razzismo per cercare consensi non avendo ormai nulla da proporre che vane chiacchiere?

L’antirazzismo di professione rischia di produrre danni come hanno fatto l’antifascismo o l’antimafia (sempre di professione intendo): quando si passa dalla concretezza dei fatti alla teorizzazione di un’ideologia si corre sempre un grave rischio.

Il rischio è di farne un discorso, prendere un pezzo di realtà, assolutizzarlo, creare una casta di sacerdoti custodi dell’ideologia et voilà il gioco è fatto.

Qualche tempo fa la sinistra italiana proclamava la sua differenza ontologica da chiunque non le appartenesse, facendo vanto di una presunta onestà incisa nel DNA; qualche inchiesta qua e là si è premurata di smentire tale asserzione scientifica ma ancora oggi il ruolo di profeta piace molto a certi esponenti di quel mondo.

La religione non è più soltanto quella dei preti, anche se i preti continuano a far danni il discorso religioso è spesso ormai in altre mani.

Cito un brano dal sito ufficiale dell’ex ministro Kyenge, stralcio di una lettera che ha scritto alla vedova e che rivela quanto sia ben radicato il discorso religioso: “Con la incommensurabile determinazione e quella forza che deriva solo dall’amore che si intende donare verso il prossimo, nel servizio verso chi è più debole, tutto è possibile. Anche che una ragazza arrivata in Italia senza nulla diventi Ministro della Repubblica italiana. Anche superare questo tragico lutto, per amore: accetta la borsa di studio offerta dall’Università di Ancona e diventa medico, ti aiuteremo, salverai domani vite umane e aiuterai  i più deboli. In Italia. E’ il messaggio d’amore più bello per Emmanuel e la risposta più forte ai nostrani predicatori d’odio.”

Si potrebbe dire che, grazie al cielo, oggi esistono i profughi perchè almeno i neo sacerdoti hanno qualcosa di cui parlare e tramite il quale continuare ad esercitare il loro simulacro di potere.

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