Un bel lapsus

Non mi ero accorto di avere commesso, anzi di essermi concesso un bel lapsus calami – a differenza di quelli verbali, quelli scritti, in tempi di correttori automatici, sono ben più difficili e da commettere e da individuare: riguarda il post di ieri dove ho scritto “rammento” invece di “frammento”.
Me l’ha evidenziato l’amico Gabriele Trivelloni che ringrazio: effettivamente il sogno che ho fatto è ben degno di essere rammentato sebbene frammentato; è stata l’occasione per riaprire una questione, quella dello sbilanciamento o squilibrio, che è fondamentale nella vita di ciascuno.
Come dicevo anche ieri è uno degli scibboleth da utilizzare quotidianamente perché è in gioco una cosa seria come l’economia.
Come di economia si parla nella canzone che ho citato sempre ieri, quella delle famose 100 lire per andare in America: un brano famosissimo almeno per la mia generazione.
Lo contrapponevo alla parabola del Figliol Prodigo ed in effetti vale la pena tornarci un momento.
I protagonisti in ordine di apparizione, nella parabola: il padre, due figli, mentre nella canzone: la madre, una figlia, non specificati fratelli.
Le storie sono note ma rammentiamole velocemente: nella parabola il figlio, minore, chiede la propria parte di eredità, vivente il padre – che non ha obiezioni – se ne va in giro per il mondo, un po’ da gaudente – spreca il patrimonio, si riduce economicamente a mal partito ma fa esperienze che gli consigliano di tornare dal padre e proporsi come suo salariato.
Il padre, che ha l’occhio lungo, capisce al volo che il figlio non è tornato a casa a mani vuote, sebbene a corto di denari; Giacomo Contri conclude la parabola affermando che il padre lo nomina presidente del consiglio di amministrazione dell’azienda di famiglia.
Tra i due il dialogo è scarno, non c’è spazio per recriminazioni (“te l’avevo detto – chi lascia la strada vecchia …”) o rimproveri (“sei un incapace, un fallito …”): il clima è di festa grande, con banchetto sontuoso.
Ne resta escluso – autoescluso – il figlio maggiore, che se ne lamenta col padre da cui riceve una risposta che, alla luce del mio sogno, si potrebbe rielaborare così: “tu te ne sei sempre stato qui con me, avevi la possibilità di amministrare il patrimonio restante – che era mio ma anche tuo senza necessità di espliciti permessi, ma non hai mosso un dito, ti sei posto come il primo dei dipendenti – il posto fisso – e non hai minimamente pensato di squilibrarti un poco”.
Il figliol prodigo è stato uno squilibrato, l’altro figlio, il massimo dell’equilibrio.
Nella canzone popolare, diffusa in tutto il nord Italia, con forse predominanza nel piemontese e lombardo, c’è una figlia che riceve le profferte matrimoniali del Re di Francia oppure ha l’idea e prende la relativa iniziativa di chiedere un prestito alla madre per andarsene in America.
I fratelli, stavolta non invidiosi come nel caso precedente, la sostengono (non la incoraggiano, non ne aveva necessità, ci aveva già ben pensato lei, non era un colpo di testa, un’infatuazione) nel suo squilibrio: accettare la corte del Re o comprare il biglietto del bastimento per il Nuovo Mondo.
La ragazza è squilibrata, sostenuta dal partito degli squilibrati fraterni.
La madre nella versione delle nozze col Sovrano, nega il consenso mentre ben più possibilista sul prestito si rivela nella seconda variante.
Le 100 lire sono a disposizione (madre oblativa?) ma … niente iniziativa personale.

La madre concederebbe i denari ma soltanto a patto che la figlia prenda iniziative soltanto nell’ambito del già pensato, di quel che è consolidato; solo posto fisso o investimento in titoli di stato che non sono negativi in sé ma indice di una mentalità conservatrice.

Dalla Madre, dalla teoria della mamma che ama, che vuole il bene della figlia, non è concesso sottrarsi pena la maledizione che conduce alla morte.

L’iniziativa individuale è stigmatizzata fino alle estreme conseguenze: i figli, che sostengono il pensiero della sorella, sono tacciati di essere traditori.

Il giudizio finale richiama il frontone del Partenone di cui ho parlato ieri: coincidenza tra fato, volontà divina e volontà umana con adesione di questa a quello, è l’alleanza con l’offensore che Giacomo Contri ha chiamato perversione, l’equilibrio dopo la nevrosi.

Parma, 14 maggio 2022 festa di san Mattia apostolo e memoria di santa Maria Domenica Mazzarello fondatrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.