ecstasy

Un ragazzo di 16 anni è morto, a Riccione, in discoteca, alle 4 di mattina, dopo aver ingerito una pastiglia di ecstasy; un virgulto è stato divelto e mai sapremo quali frutti avrebbe potuto dare all’umanità; una vita spezzata come tante altre, che ci colpisce perchè il disgraziato protagonista è giovane e italiano.

Mi ha colpito la frase di un suo amico, pronunciata in tv: “il coco era il sogno di Lamby …  e quando c’è stato, è morto” (citazione a senso); ecco mi chiedo come sia possibile che una discoteca possa essere il sogno di un ragazzo di 16 anni.

Un ragazzo di 16 anni alle 4 dico 4 della notte in discoteca che cosa ci trova, quale mito può essere un luogo infernale dove la musica ti ottunde i sensi e non riesci manco a scambiare due parole con un’amica.

Mi sembra che ci sia molta ipocrisia dietro al cordoglio per questo povero ragazzo che ha cercato in una pastiglia … beh non cosa andasse cercando in quella maledetta pastiglia, resta che gli adulti si stracciano le vesti giusto il tempo per tornare a fare quel che hanno fatto fino a poco prima che il fatto salisse alla ribalta della cronaca.

Ma nessuno è mai andato nei locali delle varie movide? o nelle discoteche dove vanno i 15/16 enni?

Quanti gestori di locali danno tranquillamente da bere ai minori senza farsi scrupoli di alcun tipo e ben sapendo di non correre nessun rischio? e quanti genitori sanno benissimo che i figli bevono o peggio e non fanno nulla?

Vi sembra normale che un 16enne possa essere ancora in giro alle 4 di notte (e non mi riferisco a questo ragazzino, che era in vacanza e fuori dalla portata dei genitori)?

Certo gli imprenditori del settore devono lavorare, per carità, e allora smettiamola di fare gli ipocriti ed accettiamo che, come per le auto e le moto, ci sia una certa cifra di deceduti all’anno.

Sono attività pericolose cui non è possibile rinunciare quindi prendiamo atto dei costi sociali e pace.

La parola ecstasy mi ricorda, è banale dirlo, l’estasi, termine che rimanda alla mistica (le straordinarie Teresa d’Avila e Ludovica Albertoni di Bernini a Roma) e al godimento sessuale.

Ma non c’è godimento nella pastiglia, che anzi funge da surrogato, da sostitutivo della ragazza: è come la masturbazione: faccio tutto io, eliminando l’idea di partner e di lavoro per rendere “conveniente” ad un partner l’idea di “convenire” anche eroticamente.

L’ecstasy è una civiltà, altre civiltà sono possibili, ma per edificare una civiltà occorre tempo e lavoro.

Cito il salmo 127:

“Se il Signore non costruisce la casa,
invano si affaticano i costruttori.
Se il Signore non vigila sulla città,
invano veglia la sentinella.

Invano vi alzate di buon mattino
e tardi andate a riposare,
voi che mangiate un pane di fatica:
al suo prediletto egli lo darà nel sonno.”

L’ecstasy è la sostanza che assume chi mangia il pane di fatica, per non sentirla: è un’illusione che si paga a caro prezzo; al contrario il salmo ci dice che al prediletto il pane verrà dato nel sonno.

Si parla di un miracolo forse? certo che no, il prediletto non viene sfamato miracolosamente nel sonno, molto più semplicemente egli non si alza invano, non va a letto tardi  (non va a letto tardi per … andare in discoteca) e non si affatica nel costruire la casa e vegliare la città.

Il suo è un lavoro efficace, senza fatica (senza la fatica di chi non riesce mai a raggiungere la meta).

Credo, spero e prego perchè al giovane che è morto sia concesso un periodo di riflessione (chiamasi purgatorio) al termine del quale potrà formulare il seguente giudizio: “che sciocco sono stato in quell’occasione” e butterà l’ecstasy nel gabinetto.

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