Moda e pubblicità in Italia alla Magnani Rocca

“Moda e pubblicità in Italia” è il titolo dell’ultima mostra temporanea organizzata da e presso i locali della Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo, ameno nulla nei pressi di Parma.
La visita a questa mostra è stato il primo evento di libera uscita dopo la convalescenza post operatoria, la ricordo quindi con particolare piacere.
Premetto che normalmente non mi interessano questo genere di esposizioni ma avendo visto quella dedicata a Carosello, altra lodevole iniziativa della Fondazione, mi sono lasciato tentare (in realtà avevo inviato in avanscoperta mia nipote, tempo addietro e ne avevo ricevuto positivo riscontro).
Tralascio le lodi sperticate ché dovrei ripetere ogni volta alla memoria del grandissimo Luigi Magnani, creatore di questo luogo incantevole, un’autentica perla in un posto che non penseresti mai, per dedicarmi alla mostra temporanea.
Bella è bella, niente da dire, un’esposizione contenuta – i locali a disposizione sono quelli che sono – ma assolutamente piacevole da visitare e fonte di spunti di riflessione.
La moda e la relativa pubblicità, su quest’ultima si concentra la mostra, sono forme di pensiero: i creatori hanno pensato e i manifesti pubblicitari sono espressione del pensiero di quel pubblicitario.
Sembra un’ovvietà ma è solo così facendo che si dà valore ad un prodotto dell’ingegno spesso non adeguatamente tenuto nella giusta considerazione.
Si vede, così, primeggiare la figura femminile, ritratta sempre come bella e attraente, avvolta negli splendidi panneggi di abiti che sembrano ammiccare alla classe nobiliare ma che, invece, sono proposti alle brame dell’emergente borghesia.
Proprio il trionfo della borghesia è celebrato, nelle varie sfaccettature che questa assume a seconda dei momenti storici, dai manifesti pubblicitari spesso proposti quasi come opere d’arte, un’arte alla portata di tutti (beh quasi tutti) che invita il borghese benestante ad immedesimarsi, a far propria quella proposta di abbigliamento che costituisce il successo del venditore.
La mostra evidenzia la nascita dei grandi magazzini, con particolare attenzione a Napoli, ove tutto sovrasta l’esperienza straordinaria dei “Magazzini Italiani E. & A. Mele & C.” (ma si parla anche dei concorrenti dell’Unione delle Fabbriche Miccio), e Milano che ha nella Rinascente un fenomeno che continua senza soluzione di continuità fino ai nostri giorni.
Nascita dei grandi magazzini, dicevo, con passaggio dal prezzo non esposto e sempre oggetto di contrattazione privata, all’esposizione dei cartellini coi prezzi “fissi” e, secondo il motto napoletano dei Mele a “Massimo Buon Mercato“: una svolta nel mondo del commercio che ha visto Napoli, ad esempio, all’avanguardia, primeggiare con le capitali europee del gusto e della moda come Londra (per la moda maschile) e la scontata Parigi per quella muliebre.
A me sono piaciuti in modo particolare i manifesti del periodo futurista, con la moda e la relativa pubblicità che esalta, secondo le proprie specificità, l’esaltazione della modernità (che poi sarà un’effimera illusione qui poco importa); in ugual modo mi hanno incuriosito i manifesti del periodo fascista (a quell’epoca risale la nascita dell’Ente Nazionale della Moda e l’idea di tutelare quel che diverrà poi il Made in Italy) con le curiose scritte che promettevano lo sconto fino al 70% sui biglietti ferroviari in occasione di mostre ed esposizioni: un sicuro incoraggiamento e sostegno.
Poi gli aspetti della ricerca, causa l’autarchia, e la nascita di nuove fibre tessili, l’evoluzione del costume, con le donne che abbandonano il corsetto, insomma c’è un po’ di tutto, per tutti i palati nelle stanze della Villa dei capolavori.
Me ne sono uscito davvero compiaciuto ed ero così bendisposto da acquistare anche il catalogo – venduto a 15 €, un prezzo accessibile ed invitante – che ho letto e gustato, davvero un bel ricordo da portare a casa (c’è qualche refuso – qualcuno proprio imperdonabile tipo “Un’altro caso” – ma pazienza).
Consiglio vivamente di non perdere l’occasione di visitare l’esposizione.

Parma, 8 dicembre 2022 solennità dell’Immacolata Concezione

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