Febbraio, venere, marte e le ferrovie

San Francesco - ModenaNell’arco di una settimana ho viaggiato sui treni delle ferrovie dello stato per 4 volte (andata e ritorno per due volte); non ho potuto utilizzare Italo perchè non fa servizio sulle tratte regionali; ebbene su 4 viaggi 2 sono stati in carrozze prive di riscaldamento.

Tutto segnalato, per carità, tuttavia mi chiedo come sia possibile che treni di media percorrenza (Piacenza Ancona per intenderci) viaggino in queste ridicole condizioni: rispetto la scelta di puntare sulle frecce,per carità, ma chi i treni superveloci non può permetterseli o, semplicemente, non sono disponibili per quelle tratte, che deve fare?

Segnalo, per pura curiosità che la tratta Modena Bologna, coperta da un regionale veolce con tempi tra i 27 e i 40 minuti, costa 3,60 €, mentre con frecciabianca ci si impiega 21-23 minuti al costo di 9,00 €; nella migliore delle ipotesi con una differenza di 6 minuti si risparmia o si spende in più, dipende dai punti di vista, ben 5,40 €, che siano questi a garantire il riscaldamento a bordo?

Personalmente amo molto viaggiare in treno – leggere, chiacchierare o quel che capita – ma trovo poco invitante farlo a prezzi alti (le frecce, salvo qualche offerta quando si riesce ad approfittarne) o con servizi così palesemente insufficienti (peraltro, oggi, nel giro di 5 minuti, due persone a chiedere soldi).

Oggi ho anche ricevuto un bel regalo dall’amico Agostino, che ringrazio: una bottiglietta (poteva far di meglio eh eh eh) di cedrina, liquore da lui prodotto, assolutamente gradevolissimo: grazie Ago!!!

Sempre oggi, è nato un pargolo ad un caro collega, al quale faccio tantissimi auguri e congratulazioni.

Febbraio è un mese che non mi piace (come tutti i mesi invernali ed anche quelli autunnali), ma anche in un mese come questo possono accadere cose di valore: mi riferisco alla scelta di un’amica di iniziare a smettere di fumare di sabato, perchè di venere e di marte…

Non ci sono venere, marte o febbraio se non come limitazione, autoimposta, del proprio pensiero, del che sono competente, anche a mio danno, come ben prova l’angoscia che riprova ad assalirmi.

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