Corso a Riccione e non solo

La Scuola Interregionale di Polizia Locale, di cui mi onoro di essere un collaboratore, mi ha incaricato di tenere due incontri formativi in quel di Riccione; potevo rifiutare? a due passi da Rimini dove ho vissuto per tanti anni  dove sono nato professionalmente, ovvio che non avrei mai potuto dare risposta negativa.

Ho approfittato della solita cortese ospitalità dell’amico di decenni, l’ottimo Agostino Babbi, e col solito entusiasmo che caratterizza da sempre la mia attività di formatore, mi sono lanciato in questa avventura.

Mi sono presentato per tempo al comando della polizia locale di Riccione, dove sono stato ricevuto con grande cortesia e cordialità dal comandante, Pierpaolo Marullo, persona che già conoscevo e stimavo e che mi ha confermato, anche in questa occasione, di meritare la stima. 

La classe, chiamiamola così, mi è piaciuta molto; ho trovato un bel numero di colleghi coi quali sono entrato subito in ottima sintonia in modo da poter lavorare con profitto e soddisfazione e di questo li ringrazio pubblicamente ben sapendo che nessuno di loro leggerà mai queste mie considerazioni.

Ma la parte professionale ha visto anche una parentesi godereccia sia spiritualmente che culinariamente.

La sera è stata dedicata al ritrovo coi vecchi colleghi e amici riminesi; il “covo” è sempre quello, da grandi occasioni: il ristorante pizzeria del Toro, a Miramare in Viale Regina Margherita, 205.

Ogni volta che ci torno la mia dieta subisce una cocente sconfitta ma il gusto si esalta: trattato da principe e nutrito come un pascià, cosa desiderare di più?

Ringraziare ogni volta i gestori è più un piacere che un dovere perchè davvero mi sento a mio agio e posso assaporare pietanze che a casa posso solo sognare.

Il cibo senza amici, però, è come un cielo senza stelle ed io non sono tipo da rinunciare all’uno o alle altre; non tutti quelli che avrei voluto erano presenti ma quelli che c’erano hanno illuminato la serata.

Primo, gli spetta sempre il posto d’onore, è Umberto Farina, le cui lodi ho già intessuto tante volte da non richiedere ripetizioni; Roberta Berardi, unica donna, amica e collega che stimo e apprezzo ed a cui sono legato da grande affetto poi hanno allietato la serata Andrea Rosa, Cristian Rocchi, Massimo Schiaratura, Daniele del Fabbro: il fatto che siano stati miei convitati garantisce l’altissima qualità umana (e perchè no, anche professionale) delle persone; sono arcifamoso per essere molto schizzinoso, cioè selettivo, nella scelta dei commensali (ed amici).

La serata è stata splendida come mi aspettavo: avrei voluto dedicare un intero giorno a ciascuno dei presenti ma il tempo è tiranno, la notte incombe e devo accontentarmi di quel che posso: nonostante la stanchezza, dovuta anche a fastidi di salute da cui fatico a liberarmi del tutto, vado a dormire alle 2.

Stanco ma realmente contento, come non mi accadeva da tempo, con sgradito effetto collaterale l’acuirsi del senso di estraneità rispetto all’attuale luogo di lavoro.

La levataccia, alle 7.10, l’andata a Riccione, la lezione fino alle 15.00 poi un giro per Rimini, sperando di vedere qualche amica, che non riesco ad incontrare… mi consolo visitando la chiesa di sant’Agostino e quella del Crocifisso.

Nella chiesa di sant’Agostino c’è un ciclo di affreschi della famosa scuola riminese del Trecento che è di indubbia bellezza; c’è inoltre la tomba del beato Alberto Marvelli, un giovane originario di Ferrara ma morto prematuramente a Rimini, il 5 ottobre del 1946 a seguito d un incidente stradale.

Fu membro attivissimo dell’azione cattolica (niente a che vedere con quella di oggi) e politico democristiano, un uomo che a 28 anni aveva già realizzato tante di quelle cose da far invidia.

La passeggiata a Rimini mi conferma che della città mi mancano gli amici, nient’altro: avverto sempre un senso di estraniamento e solitudine quando percorro quelle strade che mi hanno visto, tanti anni or sono, entusiasta “emigrante” dalla ben più seriosa Parma.

La serata è dedicata ad Agostino: con lui vado a cena in un delizioso locale, il castello di Diegaro, a dare il colpo di grazia alla dieta; ci mangiamo con gusto una deliziosa pizza chiacchierando amabilmente; i prezzi non sono propriamente economici ma la qualità è decisamente elevata. Sarebbe bello che un locale del genere abolisse quell’obbrobrio italiano del coperto.

Mi mancano i viaggi in sua compagnia: è sempre stato un compagno piacevole che vorrei frequentare più spesso.

La trasferta è ormai giunta alla fine, con esito positivo, grazie a tutti coloro che vi hanno contribuito.

Parma, 29 settembre 2017 solennità degli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele

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