Con Laura a Milano

Evidentemente c’ho preso gusto e sono tornato a Milano, ancora una volta, la terza in poco tempo, ma stavolta non da solo.

Non so se attribuire il miracolo all’intercessione del santo di oggi, Ignazio di Loyola, mica uno qualunque (poi adesso che abbiamo pure il papa gesuita) o a Don Giussani sulla cui tomba (che mi piace poco) mi ero soffermato l’altro giorno e su cui sono tornato pure oggi, ma è accaduto che, per la prima volta da quando è nata, mia nipote Laura è venuta in gita con me, io e lei da soli.

Giornata fantastica, con tante chiacchiere scambiate, come mai era accaduto; temo si sia un po’ annoiata e sicuramente stancata (le gambe le facevano male, ma questo succede a tutti i miei compagni di viaggio) ma mi ha parlato delle sue preferenze in materia di parenti e mi ha anche chiesto a chi lascerò i miei libri una volta che sarò morto. Le ho risposto che spero sia lei quella che avrà il desiderio di averli ma che, comunque, qualsiasi cosa mi chieda anche oggi è già nella sua piena disponibilità.

Abbiamo avuto una fortuna sfacciata con gli autobus, presi sempre al volo, salvo il primo che, a un certo punto, ci ha avvisato che la corsa era terminata e che saremmo dovuti scendere: per un istante ho pensato che la certosa di Garegnano (che proprio si rifiuta alla mia memoria)  si  opponesse alla nostra visita, ma fortunatamente, dopo solo 7 minuti il tram (ed era la prima volta in tram per mia nipote) ci ha portato a destinazione.

Chiesa bellissima, totalmente affrescata e magnificamente conservata (credo frutto di sapienti e recenti restauri): io e Laura eravamo gli unici turisti, sperduti tra gli affreschi che ritraevano monaci, monache, vescovi e gli episodi dell’infanzia di Gesù.

Ho affidato a Laura la macchina fotografica, lasciandole libertà di farne l’uso che preferiva.

Terminata la visita ho azzardato e le ho proposto di tornar dov’ero stato poco tempo prima, al cimitero monumentale; lei ha accettato e via…

Abbiamo pranzato da McDonald, esperienza che ai giovani piace sempre, poi ci siamo dedicati alla visita alla rinascente (prima volta per entrambi): grandi magazzini del lusso che ci hanno incantato. Ricordavo un articolo letto non so dove, in cui si magnificava la bellezza delle commesse della Rinascente degli anni Sessanta;  quell’epoca è definitivamente tramontata ma la sensazione di luogo raffinato è rimasta, declinata nell’attualità, con giovani commessi maschi addetti ai vari box dei profumi.

Visti i prezzi non oso comprare nulla; ci dedichiamo allora ad una libreria dove compro due volumi per Laura quindi ci avviamo verso la metro non prima di scoprire la chiesa di santa Maria del Carmine che ha una cappella barocca molto molto bella.

Al ritorno la nipote stremata si addormenta in treno: chissà che passata la stanchezza non le torni, prima o poi, il desiderio di ripartire…

 

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