burocrazia

Domani dovrebbe essere il mio ultimo giorno di lavoro a Modena; poi dovrei dedicare le mie energie all’unione Bassa Est Parmense.

Ho usato il condizionale perchè, a tutt’oggi, nulla di scritto e/o di ufficiale mi è stato comunicato per cui mi trovo tra color che stan sospesi.

Non intendo parlare male di nessuno, men che mai del mio datore di lavoro, quindi imputo questi inghippi all’astratta burocrazia che sempre mette lo zampino negli ingranaggi, anche i più oliati; d’altronde ho saputo che la mia pratica costa ben 800 euro all’incirca di spese di procedimento, il che spiega la complessità e quindi la durata del procedimento stesso.

Ne sono molto lusingato perchè, da un lato non sapevo di valere tanto e dall’altro se la burocrazia si oppone al mio comando, ciò può significare soltanto che mi considerano talmente prezioso ed irrinunciabile, da prolungare il più possibile la dipartita.

Ho troppa stima della Burocrazia per poter pensare che si tratti di inerzia o, peggio ancora, di opposizione tacita alle decisioni prese da chi ne ha potere e responsabilità; poi il mio orgoglio ne uscirebbe troppo ferito, quindi più che mai, ad oltranza, mi compiaccio nel sentirmi desiderato.

Nel frattempo rimango in fiduciosa attesa che qualcosa accada, anche se nulla si saprà fino all’Epifania, che oltre alle feste spero si porti via molte altre cose, non ultimo questo senso di impotenza di fronte a decisioni che mi riguardano e sulle quali non ho alcun controllo.

La mia testa è già altrove; ho restituito tutto quel che mi era stato affidato ad eccezione delle varie chiavi e del badge che lascerò domani; la mia roba, in ufficio, era già stata, a mia insaputa, messa in una scatola e spostata in un altro ufficio; la mia poltrona ha preso il volo da almeno un mese (si sono divisi le spoglie prima che il morto diventasse freddo).

Se le cose non si concludessero come spero sarebbe un autentico disastro, ma a questo non voglio pensare.

Sono certo che una soluzione verrà trovata, nonostante gli inghippi, involontari, della burocrazia.

Leggo dal sito http://sociologia.tesionline.it/sociologia la definizione di burocrazia:

“Con il termine burocrazia si intende l’organizzazione di persone e risorse destinate alla realizzazione di un fine collettivo secondo criteri di razionalità, imparzialità, impersonalità. Il concetto fu definito in maniera sistematica da M. Weber nella sua opera “Economia e società”, il quale considerò la struttura burocratica come espressione ed effetto dei processi di razionalizzazione e specializzazione delle comunità moderne nelle quali si sviluppa una relazione di subordinazione fra i cittadini e i pubblici funzionari, che conquistano la legittimità dell’esercizio del potere per la razionalità tecnica con la quale svolgono il loro operato… Il termine burocrazia si riferisce dunque al “potere degli uffici”, ad una forma di esercizio del potere che si struttura intorno a regole impersonali ed astratte, procedimenti, ruoli definiti una volta per tutte e immodificabili dall’individuo che ricopre temporaneamente una funzione.
Regole, aspettative e ruoli che sono tutte parti di quell’etica burocratica al quale ogni membro di una burocrazia adegua la sua condotta, spersonalizzando il suo agire e imponendo una regolazione etero-diretta al proprio comportamento.”

Una simile definizione spiega bene il perchè, almeno in Italia, la burocrazia sia percepita come una palla al piede delle istituzioni: pensare che l’uomo possa agire in base a regole impersonali ed astratte è pura follia.

Il contrasto tra il pensiero di ogni singolo funzionario (che tende, per definizione all’autoaffermazione e conservazione) ed il suo agire spersonalizzato e disinteressato crea una distorsione al cui interno possono germinare le più losche collusioni o le più ottuse resistenze.

Mi sembra un paradosso di cui non intravedo soluzione.

Ovviamente queste considerazioni non valgono per l’amministrazione da cui dipendo; quello che sto facendo è un discorso puramente teorico, privo di ogni riferimento alla realtà attuale.

Kant regna impera e governa, il che non è una buona notizia.

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