Ostacoli e alternative

In questi giorni ho vissuto una serie di vicende poco piacevoli, di quelle che capitano nella vita di chiunque, niente di straordinario, salvo accorgermi che tendevano ad assorbire la mia attenzione, ovvero erano destinatari di eccessiva dedizione, li seguivo con infinita passione.

Dedicarsi agli ostacoli è attività che ha un utile collaterale, per questo riscuote tanto successo, che è quello di sostituirsi al moto del corpo e all’elaborazione della legge di quel moto.

L’ostacolo si pone come causa del pensiero, fagocita la legge legittima e ne usurpa il posto.

Alcuni giorni fa sentivo, alla radio, di una legge economica che dice testualmente che “la moneta cattiva scaccia quella buona”; con una semplice ricerca su internet ho scoperto che si tratta delle legge di Gresham, risalente al XVI secolo.

A quel tempo le monete erano in oro o argento e venivano spesso “tosate” cioè limate per asportarne una parte dei preziosi metalli (per evitare questo fraudolento comportamento è stata inventata la zigrinatura delle attuali monete) così che il valore intrinseco (la quantità di metallo) non corrispondeva a quella rappresentata nel conio (il valore nominale) – spero di non avere fatto confusione, sono un disastro in economia, è risaputo – .

Dato che tutti gli operatori economici lo sapevano (e magari lo praticavano con infinita passione) ovviamente anche in questo caso con zelo e dedizione si preoccupavano di accettare pagamenti soltanto con monete fior di conio e cercavano di effettuare i pagamenti con le monete “tosate”., il che aveva come effetto collaterale di far restare nei forzieri le monete buone e far circolare quelle cattive.

Un bell’articolo de Ilsole24ore spiega meglio di me il concetto, applicandolo alla moneta, al formaggio e alla politica e ci spiega come la legge di Gresham, in settori diversi dal monetario, si chiami “selezione avversa” ed abbia effetti non proprio entusiasmanti sul mondo politico attuale.

Cosa lega la legge di Gersham con l’ostacolo di cui parlavo sopra?

Secondo me il legame c’è ed è pure forte: poiché il bambino, agli inizi della sua storia, viene più e più volte ingannato, egli imparerà che la sua legge di moto, che è legge di beneficio, è perlomeno imperfetta, apparentemente inadeguata.

Cade in una trappola di cui egli stesso diverrà poi propugnatore perché tutto e tutti (o quasi), cioè la Cultura, legittima e sostiene le deviazioni che appariranno ai suoi occhi ingenui come le leggi legittime, da fare proprie nei rapporti con gli altri.

La legge buona viene custodita ma in clandestinità (salvo i casi in cui viene totalmente rinnegata o non riesce nemmeno a costituirsi), deve celarsi nell’inconscio e riapparire come sanzione percepita come punitiva nel ritorno del rimosso.

La legge cattiva – si potrebbe dire la zizzania – prende il potere, fino alla resa dei conti.

Perché una resa dei conti arriva, ogni giorno ne abbiamo infinite occasioni, ed è in quel momento che è possibile scegliere quale legge / moneta mettere in circolazione.

Fissarsi sugli ostacoli è come lavorare sulla zizzania: si sradica il grano, non si ottiene il raccolto sperato e si sono sprecati tempo e fatica pressoché inutilmente.

Le mie colleghe che mi dicono spesso: “ah questo tal comportamento è tipico del tuo segno” (il cancro, per inciso), altro non fanno che spacciare moneta cattiva, zizzania, socialmente approvata ma sempre zizzania; così come coloro che ad ogni piè sospinto, ripetono: “che ci posso fare? io sono fatto così”.

Esempi banali, quotidiani, ma testimonianze di come la cattiva moneta circoli e occupi ogni spazio possibile; altri discorsi sento ripetere a iosa, in questo periodo, sul senso del dovere, su quello di appartenenza, sulla pandemia, non c’è ambito che ne sia immune.

C’è molta condivisione su questi temi, penso alla pandemia ad esempio, il che li rafforza, li rende patrimonio comune e, quindi, li legittima, li trasforma in cultura che a sua volta gli conferisce lustro e cittadinanza.

Ciò che viene attaccato è il pensiero che, come nella legge di Gersham, viene sostituito da surrogati, utili a mantenerne vivo solo quel tanto che serve per rendere l’uomo un animale.

Ho equiparato, forse con un po’ di arditezza, legge e moneta, perché la legge è sempre e soltanto economica.

Una fortunata coincidenza ha fatto sì che dell’ostacolo si occupasse anche l’amico Gabriele Trivelloni, ormai tutti dovreste conoscerlo ed avere letto il libro, Per un pensiero non sospeso che ha pubblicato (e chi non lo legge con me, peste lo colga); non dell’ostacolo, tratta, ma della dis”soluzione” dell’ostacolo, della sua caduta.

Ecco cosa ne scrive, in un contributo titolato “Mezzo o ostacolo”: “Il pensiero è costitutivamente femminile. Ovvero pensa l’altro come mezzo per la propria e altrui soddisfazione. Vale per uomini e donne.

Poi può essere messo in crisi dall’inibizione e diventare maschile o “fallico”, – e ciò vale per uomini e donne – ovvero pensa l’altro come qualcuno a cui dover dimostrare la propria grandezza, un qualcuno rappresentato come superiore, da raggiungere e magari scavalcare. Raggiungere e scavalcare agendo però in modo da ingenerargli il senso di colpa del proprio insuccesso. Ecco cos’è l’ostacolo. Ed ecco cos’è il (non) sentirsi all’altezza o “in soggezione”.

Una persona dal pensiero femminile è stata Elodie nelle sue esternazioni a Sanremo. Ha detto: “l’importante non è sentirsi sempre all’altezza delle cose, ma farle. Essere all’altezza, adesso, non è più un mio problema, è solo un punto di vista”.

Ha dichiarato parlando della sua giovinezza borgatara: “Mi sono detta: se continui così ti perdi. Ho smesso di dare la colpa agli altri. Ho chiuso il capitolo, spero di non doverne parlare più”.

La psicologia che abbiamo tutti in testa ci dice che per crescere nella vita bisogna superare gli ostacoli. Perché non proviamo invece a pensare, secondo un pensiero normale, che per crescere è meglio mettere in atto l’ingegno nel saper trattare l’altro come mezzo e non come ostacolo?

Qual è il test per capire da che parte pende il nostro pensiero?

Se mezzo, l’altro è desiderato che resti davanti a te; se ostacolo, l’altro è desiderato che si tolga.

Ancora una volta si tratta di legge, economia, invidia, insomma alternative costituzionali.

Parma, 20 marzo 2021 memoria di San Giovanni Nepomuceno sacerdote e martire

 

 

Riflessione interessante per aggiungere un tassello per lavorare su se stessi.
Non è sempre facile vedere gli altri come mezzi ma importante porselo come obbiettivo per non arrovellarsi su pensieri inutili.
Mio marito condivide il contenuto del suo scritto e mi ha chiesto che tipo di formazione ha…
Grazie per averlo condiviso con noi
Domani al lavoro con nuovi stimoli..

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