confusioni di genere e bontà d’animo

Due episodi di oggi, che registro dopo una lunga pausa dovuta a vicissitudini varie, tra le quali portare a termine il trasloco, definitivo, a Parma.

Il primo relativo alla confusione di genere, avviene tra due colleghe, una delle quali conosciuta per l’eloquio raffinato e l’accurata scelta di vocaboli; la seconda rivolgendosi alla prima che si era espressa con la solita terminologia forbita, le dice: “sei proprio una lord”, da far impallidire i protagonisti in divisa di tante barzellette.

Sempre “la Lord”, parlando con me ed altra collega, dice: “io sopporto voi e voi dovete sopportare me”; mi si è rivolta ritenendo che la confermassi in questo pensiero, ma mi sono sottratto.

Non è questione di sopportazione, non mi va di sopportare nessuno, specie la logica che sostiene questo tipo di pensiero.

Violenta e intollerante, salvo dover convivere, poi, forzatamente: pensiero guerresco e ostile a qualunque possibilità di lavoro per un guadagno che non sia rapinoso.

Normalmente tiene il muso, scontrosa con tutti quelli che ha accanto salvo trasformarsi in uno zuccherino con chi comanda, il tutto fatto con ostentazione teatrale.

Mi dicono che è una persona buona d’animo, solo con un carattere scontroso,

Non è vero, non c’è una bontà d’animo “interiore”, celata da modi sgarbati, arroganti, ostili.

Non si tagliano le radici all’albero che si vuole coltivare se si vuole che porti frutto.

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