Banalizzazione e lavoro

Ho pubblicato alcuni giorni fa un post dedicato alla memoria del mio primo vice comandante, Leonardo Fazzioli, persona di cui ho un ricordo positivo (d’altronde è fatto notorio che non perdo tempo a parlare di chi non ritengo degno vivo o defunto che sia); inaspettatamente, non conoscendolo, ho ricevuto una comunicazione di ringraziamento da parte del figlio, che ho molto apprezzato.
Dove sta l’arcano chiederete voi? Molto semplicemente in questo: il ringraziamento non è stato il solito grazie di cortesia, come fanno tutte le persone educate di questo mondo, è stato, invece, un piccolo ma significativo contributo in aggiunta a quel che avevo scritto.

Che c’è di strano?

Nulla ma volevo evidenziare che c’è stato un lavoro di pensiero, un’elaborazione non limitata alle solite frasi stereotipate, buone per ogni occasione.

Ci sono temi che mi tornano ciclicamente all’attenzione ed uno di questi è la questione azione – reazione, immediatezza: leggendo molti, moltissimi post nei vari social, quel che emerge è proprio questo meccanismo di immediata reazione a qualunque “stimolo”, come se chi sta davanti ad un computer si trasformi un cane pavloviano.

Non c’è lavoro, produzione di materia prima ma soltanto manifestazione dell’emozione del momento, meglio se negativa e distruttiva; come avrebbe detto Giacomo Contri “il buco tra prepotenza ed impotenza” (vedi introduzione al Simposio della Società amici del Pensiero dell’anno2019/2020) è ancora da colmare.

La prepotenza che va a compensare l’impotenza, accentuata dall’anonimato o comunque dalla spersonalizzazione del mezzo informatico non è altro che un modo per risolvere l’eterna questione del rapporto; cosa me ne faccio dell’altro?

C’è un post, uno dei tanti, straordinario nella sua essenzialità, risale al 6 ottobre 2018, sempre di Giacomo Contri dedicato a questa questione ovvero come trattare l’altro; ebbene Giacomo Contri constata tre alternative: la sagoma, il vicino, il prossimo.

“La sagoma è il soldato della trincea opposta,
il simile è il contiguo di metro,
il prossimo è il partner (di affari, quali che siano):
per la precisione è quello che si è fatto partner, rendendo possibile la partnership (in cui il compenso non è salario).”

Utilizzando questo criterio, ad esempio, viene logico giudicare il contenuto dei tanti post che citavo sopra: scritti da persone che considerano gli altri delle sagome (quindi logica di sopraffazione e/o eliminazione) il che suggerisce di non stare a perderci tempo e pensiero per controbattere (“Dimitte mortuos sepelire mortuos suos“), si finisce “fissati” nel ruolo di contendente eterno (come il teatro dei pupi siciliani).

La banalizzazione nella duplice forma della propria falsa umiltà o dell’altrui smodato panegirico (quante volte l’ho letto, sentito e sperimentato) è un modo per posizionare l’altro tra le sagome nella peggiore delle ipotesi o tra i vicini; in nessun caso ci si permetterà di fare affari: l’altro viene congelato in un “ruolo” dal quale non è più permesso derogare (in questo caso nelle forme del presunto genio, intellettuale o ignorante che sia).

In tutti questi casi non c’è produzione di ricchezza.

Un caso, invece, di prossimo è l’esempio classico della lettura di un libro (o di un articolo di giornale o di un post): non è richiesta vicinanza fisica ma disponibilità, apertura di credito (proprio come farebbe una banca), lavoro proprio su un lavoro altrui e giudizio ovvero trattengo quel che vale, lo faccio mio e lo riutilizzo.

Un caso di partnership senza nemmeno prossimità (i soci di una società, per produrre profitto, mica lavorano tutto il giorno a contatto di gomito … se ne vanno anche in giro per il mondo senza gelosie).

Le parole di Andrea Fazzioli, che potete leggere in calce al post dedicato alla memoria del padre, sono un esempio di prossimo.

PS: ho saputo che l’attuale comandante della Polizia Locale di Rimini, che tanti anni ha avuto come superiore l’allora vicecomandante, non ha partecipato alle esequie: a parte il mio giudizio sulla “scortesia istituzionale”, lascio aperta la questione: sagoma, vicino o prossimo?

Parma, 6 maggio 2022 memoria di San Pietro Nolasco Fondatore dei Mercedari

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