a pecoroni

Me ne stavo andando in stazione, percorrendo la salita di via Monte Altissimo: alzando gli occhi verso la stazione, di fronte all’ingresso dell’ex deposito biciclette, mi sono trovato davanti qualcosa che mai avrei immaginato: un deretano (avevo pensato ad altro termine ma mi astengo).

Non ho distolto subito lo sguardo perchè non avevo compreso di cosa si trattasse visto che la posizione, come si dice, “a pecoroni”, non mi aveva fatto percepire immediatamente la situazione; ho capito quando ho visto una mano con carta che si avvicinava ai ciapet; ho capito, a quel punto, e ho visto pure che si trattava di un uomo.

Pochi minuti dopo ho rivisto lo stesso uomo che si dirigeva verso  il binario 3, male in arnese (l’uomo non il binario).

Considerando che in stazione ci sono bagni pubblici e che la zona dove il signore in questione ha defecato rimarrà sporca per chissà quanto tempo … basta, non proseguo oltre.

La scena, tuttavia, nella sua irrealtà, pensavo di essere ancora addormentato o di non avere gli occhiali adatti, mi ha fatto tornare in mente la tela che ho tanto apprezzato a Genova, Le tentazioni di sant’Antonio abate, e con lei quel tipo di soggetti: una scena onirica, un c…o senza corpo che si librava nell’aria; come soggetto di un’opera di Bosch non avrebbe stonato con titolo, come dicevo prima, si potrebbe utilizzare: “a pecoroni”.

Ho ritenuto, questo passaggio dallo “scandalo” dovuto al comportamento a dir poco discutibile, ai dipinti del Seicento del nord Europa, una buona soluzione.

                                                                                                                                  Parma, 5 aprile 2016

 

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