verona a ognissanti

A Ognissanti ero a casa di riposo: la sera precedente,  invogliato dalla lettura di artedossier, ho pensato di andarmene a Firenze a visitare la mostra dedicata al denaro che è in corso a Palazzo Strozzi.

Mi alzo di buon’ora ed arrivo in stazione dove ho la pessima sorpresa: il biglietto per l’Intercity è solo per posto in piedi, quelli a sedere, in seconda classe sono esauriti, mi accontento di viaggiare in piedi ovviamente ma l’amara sorpresa è in agguato: per il ritorno non ci sono posti disponibili, nemmeno in piedi (come facciano a calcolarli non lo so); chiedo se anticipando il ritorno a partendo da Rifredi ci siano possibilità: niente di niente, tutto pieno, se voglio viaggiare devo prendere la linea per Pistoia e cambiare poi per Bologna.

Rinuncio al viaggio, abbastanza arrabbiato con trenitalia anche perchè ho notato con un certo disappunto che, di fatto, per andare a Firenze da Modena è praticamente obbligatorio, salvo rari casi, come quello che volevo sfruttare io, utilizzare i treni della categoria delle frecce con costi proibitivi che, per la seconda classe, partono da almeno 26/27 euro per la sola andata, un autentico ladrocinio per chi, con quella cifra, è abituato a farsi un viaggio aereo andata e ritorno e spendendo anche meno. Una serie di treni non così veloci come intercity – pochissimi – e frecce non sarebbe male mantenerli in circolazione?

Beh chiudiamo questo spiacevole evento: tornato a casa non rassegnato, ho deciso di andarmene in auto a Verona e così ho fatto: vincendo la mia naturale avversione alla guida sono partito verso la città scaligera.

Trovato un parcheggio gratuito non comodissimo ma nemmeno improponibile, mi sono diretto verso il centro, un po’ a tentoni visto che segnaletica turistica non ce n’è e questa è una lieve mancanza; giunto all’ufficio turistico ho poi risolto tutto con la cartina della città sulla quale ho segnato, con la cortese collaborazione di una gentile signorina, tutti i miei obiettivi (diversi dal solito, ha commentato l’impiegata).

A Verona, come per Mantova, sono già stato in gita scolastica, direi, ma non ricordo veramente nulla.

Parto dall’Arena, molto bella anche se me l’aspettavo molto più imponente; è comunque un bel monumento che merita appieno la fama di cui gode: troppa la fila per entrare così mi dirigo verso la zona di San Zeno dove incontro la chiesa di San Zenetto – chiusa – quella di San Bernardino che non visito perchè temo la chiusura di San Zeno (l’addetta all’ufficio turistico mi ha dato un’informazione sbagliata dicendo che chiude alle 12.30).

San Zeno, come anche tutte le altre chiese di Verona mi ha entusiasmato ed il numero di foto che ho scattato – in 5 ore di visita alla città 711 foto – ne è una testimonianza: i colori, la decorazione che colma gli spazi, specie in Sant’Anastasia, mi trovano in totale consonanza.

Bellissima piazza Erbe e piazza dei Signori, le case Mazzanti, le arche scaligere, tutto mi ha molto impressionato, così come San Zeno, il Duomo, Sant’Anastasia e San Fermo.

Mi ha colpito un aspetto particolarmente guerresco della città, almeno nella memoria, cioè nei monumenti, tanti quelli dedicati ai caduti di varie guerre, come non ricordo di averne visti in altre città, forse per mia distrazione.

Una cosa che ho apprezzato tantissimo è stato il mercatino organizzato in centro, in piazza dei Signori: bancarelle di prodotti tipici italiani con alcune, straordinarie, di golosità di provenienza siciliana; affamato ed ingolosito ho deciso di concedermi una bellissima treccia di pasta della pizza ripiena di patate, più bella che buona anche se me la sono gustata con piacere; ho ceduto anche alle tentazioni dolci facendo sparire nel mio capiente panciottino un delizioso cannolo che era una delizia; purtroppo ho deciso di tornare ad acquistare una bottiglia di zibibbo e la pasta di mandorle che avevo pensato di comprare per deliziare le mie nuove colleghe e salutare qualche prediletto e beneamata del tipo Micaela,  Paolo… dico purtroppo perchè c’è stato un increscioso fraintendimento tra me e la commessa che, nonostante avessi ripetuto 4 volte quel che volevo… beh lasciamo perdere; nonostante la rabbia montasse ho deciso di non cedervi troppo per non rovinarmi la giornata.

Giornata assolutamente positiva, mi piacerebbe tornarci magari in buona compagnia: straordinaria provincia italiana, cattolica, produttiva, già governata dall’impero austro ungarico.

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