Ubriachezza e stupro

Ho sentito, grazie a radio radicale (assieme a radio 24 e radio Maria le uniche emittenti che ascolto), delle polemiche sulle parole dedicate a stupri ed ubriachezza del giornalista Andrea Giambruno, buon ultima (per ora) bufera in un bicchiere d’acqua vuoto.
Cosa ha detto il giornalista?
“Forse dovremmo essere più protettivi nel dialogo e nel lessico – ha detto Giambruno in diretta tv -. Se vai a ballare, tu hai tutto il diritto di ubriacarti – non ci deve essere nessun tipo di fraintendimento e nessun tipo di inciampo – ma se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi”.
Prima di questa polemica tante altre hanno costellato il periodo di ascesa della parte politica che sta governando l’Italia, se non tutte, la maggior parte stucchevoli.
Non gli ho dedicato una ruga, ma stavolta l’ho trovata diversa e non per difendere un giornalista che non ho il piacere di conoscere.
Eccoci a quel che ha detto Giambruno:
se una ragazza evita di trovarsi in stato di ubriachezza è possibile che riesca ad evitare un possibile stupro.
Ed ecco alcune reazioni: “Abbiamo dato la piena disponibilità del Partito Democratico a lavorare insieme contro la violenza di genere. Ma non accettiamo alcuna forma di ambiguità. Meloni prenda le distanze da queste parole che ancora una volta insinuano che a volte è anche “colpa” delle donne. È inaccettabile”. (Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati)
“Victim blaming allo stato puro. Dimentica di dire agli uomini, gli unici colpevoli, di evitare di stuprare. Ripugnante, offensivo, inadatto a stare dove sta” (Chiara Gribaudo)
“Prima di Caivano, ci si deve augurare che Meloni affronti la questione in casa propria” (Alessandro Zan)
“Mi auguro che la dirigenza di Mediaset prenda subito le distanze da questa dichiarazione inquietante. Quanto alla presidente Meloni, fossi in lei mi affretterei a consigliare al mio compagno di chiedere scusa perché questo messaggio non sia assimilato alla forma mentis del contesto familiare della donna che guida il Paese” (Vittoria Baldino, vice capogruppo del Movimento 5 stelle alla Camera)
“il problema non si risolve riducendo la libertà delle donne giovani e meno giovani, come fa intendere il conduttore Andrea Giambruno, semmai pretendendo che non ci siano luoghi e situazioni in cui la violenza maschile possa agire impunemente e culturalmente legittimata” (Luana Zanella, capogruppo alla Camera dell’Alleanza Verdi e Sinistra)
“Le parole pronunciate da Giambruno sono inaccettabili e vergognose, rappresentazione plastica di una cultura maschilista e retrograda che costituisce il terreno di coltura dei comportamenti violenti, dei soprusi che tantissime donne ogni giorno sono costrette a subire” (Stefania Ascari, Anna Bilotti, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino, Movimento 5 stelle)
Potrei continuare ma credo sia sufficiente.
Colpa delle donne? Vittimizzazione secondaria?
Non credo Giambruno intendesse colpevolizzare le donne quanto piuttosto ricordare loro ma non solo a loro, che mettersi in una condizione di incoscienza o semi incoscienza o minor capacità di difesa può comportare dei rischi.
Nel mondo ideale che da sempre attira la sinistra, tutti saranno buoni, bravi, educati politicamente e nessuno si sognerà mai di compiere il minimo gesto sconveniente o pronunciare una parola che possa risultare anche solo per lontana eco sessista.
In quel mondo ci sarà la libertà di ubriacarsi, impasticcarsi e chissà che altro senza temere alcuna conseguenza, perché il pensiero di abusare del corpo di un’altra persona sarà stato sradicato grazie alle lungimiranti proposte delle politiche, ad esempio dei 5 stelle, per le quali c’è bisogno di “ribaltamento culturale, di una rivoluzione educativa. Il primo passo è introdurre l’educazione affettiva e sessuale fin dai primi anni di scuola”.

Che bellissima teoria, ma fino a che la rivoluzione educativa non si sarà compiuta che facciamo?

I cristiani, che spesso usano poco la testa rincorrendo astratte teorie, sanno però bene che il male resterà sempre con noi, che il peccato originale accompagna ogni essere umano, come anche il realista Freud, con altre parole, ci ha insegnato.

Dunque?

Nessun essere umano, uomo o donna, giovane o anziano, ubriaco o sobrio, drogato o meno, deve essere mai e poi mai vittima di violenza, MAI!

Nessuna giustificazione può essere addotta; foss’anche la potenziale vittima una prostituta, una tossica (spesso si invocano questi termini come scusanti – uso un linguaggio da strada, abbiate pazienza ma così parla la gente al bar) o chissà che altro, niente di questo può autorizzare una violenza: non ci devono né possono essere margini di ambiguità.

Nessuna restrizione può essere invocata come scusante o pretesto per limitare la libertà delle donne.

Detto questo, sapendo che il male c’è, il consiglio di prestare attenzione, di non essere sprovvedute (sprovveduta, cioè sprovvista, in questo caso, di strumenti di difesa) cioè ingenue, credo abbia ancora senso.

Il mondo è pieno di buoni samaritani, pronti a dare una mano in caso di bisogno, ma è bene ricordare che il buon samaritano interviene dopo che è avvenuto un misfatto.

Se una ragazza si ubriaca e viene stuprata, non è colpa sua – non ci sono dubbi su questo – anzi c’è una maggiore responsabilità di chi ha approfittato dello stato di cosiddetta minorata difesa, quindi la colpa, in misura maggiore deve ricadere su chi ha commesso un atto vergognoso, ma è magra consolazione per la vittima.

Attenzione, valutazione delle circostanze, cautela non mi sembrano così fuori luogo in questo mondo così imperfetto.

Aspetto fiducioso il mondo che la sinistra preconizza: armocromizzato, asteriscato (carissim* già scrivono alcuni funzionari della regione Emilia Romagna), schwaizzato, dove tutti avranno finalmente il diritto al lusso, si ameranno, rispetteranno …

Aridatece Biancaneve e i sette nani, come favola almeno non è stucchevole come ste panzane: polemica politica Ok, prenderci per scemi, no grazie.

Parma, 30 agosto 2023 memoria del Beato Alfredo Ildefonso Schuster, Cardinale arcivescovo di Milano

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