In carcere in Ungheria

Sono stato due volte a Budapest, capitale dell’Ungheria, città che mi piacque moltissimo e chissà che non abbia occasione di tornarci ma con qualche inquietudine, dopo aver visto le foto che ritraggono una cittadina italiana, incarcerata in quel paese, in attesa di giudizio.

Non mi piacerebbe essere trattato come lei, nel malaugurato caso dovessi avere problemi con la giustizia.

L’accusa è grave, forse esagerata rispetto agli effetti ottenuti, qualche giorno di prognosi delle vittime, la nostra concittadina è considerata come una pericolosa criminale, nonostante nessuna condanna sia intervenuta e viga, quindi, la presunzione di innocenza.

Ho sentito alcune comprensibili dichiarazioni del padre ed ho scoperto che una delegazione di parlamentari italiani si è recata a Budapest, in occasione dell’ultima udienza, encomiabile comportamento dei nostri rappresentanti.

Mi è sfuggito solo un dettaglio: il degradante trattamento cui è stata sottoposta questa detenuta è diverso e peggiore di quello riservato ad un cittadino ungherese indagato per identica ipotesi di reato?

Se così fosse sarebbe doveroso che il nostro premier intervenisse in maniera molto energica col suo omologo ungherese, anzi sarebbe grave il ritardo visto che la vicenda non è nata in questi giorni.

Potrebbe, però, anche essere che il trattamento sia identico per qualsiasi detenuto in custodia cautelare, a prescindere dalla nazionalità: in questo caso non credo sia compito del presidente del consiglio italiano farsi carico del problema ma dell’intera comunità europea perché ci sarebbe un evidente problema di rispetto dei diritti umani, intollerabile.

Sono contento e molto rassicurato che i nostri parlamentari abbiano preso tanto a cuore questa vicenda: sono sicuro che da oggi ogni cittadino italiano detenuto all’estero godrà dell’attenzione di questa pattuglia di deputati che sicuramente non guarderanno al suo orientamento politico, né a quello del paese ove è detenuto.

Tuteleranno i nostri concittadini senza occuparsi delle conseguenze politiche, non ho dubbi, perché è evidente che anche in questa vicenda ungherese non c’è proprio per niente puzza di pretesto per creare problemi al governo italiano.

Ho sentito pure la voce che qualcuno vorrebbe candidare la connazionale alle elezioni europee: non sarebbe un’idea originale ma una stantia ripetizione di un già visto che trascinerebbe ulteriormente nel ridicolo un’opposizione priva di idee.

Un’opposizione come quella attuale, questi episodi lo confermano, non è una fortuna per il paese, perché la qualità di un governo è data anche dalla qualità di chi l’operato della maggioranza è chiamato a controllare e stimolare.

Spero che le prossime elezioni europee ci diano qualche soddisfazione che declino a modo mio: una pesantissima sconfitta dell’ungherese Viktor Orbán con tutti i suoi scherani, una sonora batosta per Marine Le Pen e per tutti quei partiti tipo Alternative für Deutschland e compagnia cantante.

Una disfatta per la Lega a conduzione Matteo Salvini, che ha ormai superato ogni limite di sopportazione, una anche maggiore sconfitta per l’imbarazzante Elly e la scomparsa del Conte Zio, con tutte le gioiose macchine da guerra e vincitori della povertà al seguito.

So bene di essere un illuso ma, parafrasando il titolo di un film del 1985, Cercasi il centro disperatamente.

Nel frattempo spero che la giustizia ungherese faccia velocemente il suo corso e prenda atto che non è quello visto in questa occasione il modo di trattare un essere umano, a prescindere dall’orientamento politico e dalle colpe (tutte da dimostrare).

Parma 29 marzo 2024 venerdì della Passione del Signore

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