immigrati e assunzioni

Oscar Giannino mi è sempre piaciuto tanto da averne sostenuto la lista quando tentò l’infelice scesa in campo in parlamento; stamattina mi è capitato di sentirlo in radio, per alcuni istanti e mi ha confermato nella mia buona disposizione nei suoi riguardi.

Di cosa si trattava? di immigrati che, secondo l’ultima proposta del ministro dell’interno Angelino Alfano, devono essere spalmati in tutti i comuni, tre ogni 1000 abitanti, con un incentivo di 50 centesimi per ogni immigrato.

Oltre a questo incentivo ce n’è un secondo assolutamente fantastico: i comuni che accetteranno una tale proposta avranno possibilità di assumere liberamente, cioè verranno meno i vincoli assunzionali che da anni strozzano molte amministrazioni.

Mi chiedo quale rapporto ci sia tra l’accoglienza degli immigrati e le assunzioni: l’unica parola che connetta queste due questioni è poco delicata e me ne scuso, ricatto.

Non riesco a pensare ad alternative, sono limitato, lo ammetto ma mi permetto un paio di considerazioni.

Una volta smaltiti gli immigrati nei comuni, questi sono lasciati a sé stessi, secondo un’abitudine consolidata da tempo: lo stato si preoccupa della front line in modo più o meno efficiente salvo poi disinteressarsi di quel che succede a questa gente nei comuni.

Questo fino ad oggi; un domani questo stesso abbandono sarà compensato dalla possibilità di assumere.

Mi sembra un’assurdità: se gli enti locali hanno reali necessità di assunzione, per un regolare e razionale svolgimento delle attività istituzionali, questo dovrebbe essere previsto e concesso; al contrario se questa necessità non sussiste, permettere assunzioni non necessarie sappiamo bene a cosa condurrebbe.

Chiaramente viste le strette di questi anni, temo che non ci sia comune che non abbia deficit di personale e tuttavia legare questa facoltà all’accoglienza dei migranti mi sembra un modo di gestire la cosa pubblica tipicamente italico.

In Italia, però, commettiamo, io per primo, un errore quando accusiamo la politica di essere imbelle; i nostri politici sono l’epifenomeno di una società civile buzzurra, lamentona e tendenzialmente anarchica, salvo invocare per gli altri leggi draconiane.

Mi confermo ogni giorno che l’Italia deve sparire, paese da sopprimere e ricolonizzare.

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