Boccioni. Prima del Futurismo

“Boccioni. Prima del Futurismo” è l’ennesima mostra, ottimamente riuscita, che la Fondazione Magnani Rocca offre ai visitatori, durante questo periodo autunnale.

Umberto Boccioni è famoso per via della sua appartenenza al futurismo ma quello è un punto di approdo preceduto da un lavoro di ricerca, confronto, elaborazione di esperienze precedenti che la mostra della Fondazione ci permette di ripercorrere.

La prematura scomparsa ci ha sottratto gli sviluppi del pensiero di un uomo che si era arruolato per combattere nella Grande Guerra; sarebbe stato interessante vedere la sua produzione artistica dopo un evento così epocale per la storia dell’umanità intera e per quella dei singoli uomini coinvolti.

Tornando alla mostra, occorre, come sempre, distinguere tra il giudizio sull’evento e quello sull’autore; lo preciso poiché ho avuto occasione, e non è la prima volta che accade, piacevole coincidenza, un ex collega, persona stimata, che ha giudicato non particolarmente piacevole il giovane Boccioni.

Anche una cortese ed ironica signora, protagonista all’uscita della villa di un simpatico siparietto, ha manifestato identico giudizio – apro la parentesi del siparietto: una signora, componente di un trio, fermo all’uscita della villa, mi chiede se ho da accendere; ovviamente non ho accendini con me e spiego che mai ho toccato sigaretta in vita mia, al che uno dei tre – sempre una donna – mi ha confessato: «quando l’ho vista uscire, ho pensato “ecco questo è un fumatore”». Chissà, forse le bretelle verdi o i baffi ottocenteschi …

Torniamo alla mostra: l’esposizione a mio parere (e nessuno, infatti, ha manifestato critiche in questo senso) è bella, ben disposta, come sempre, nello stile della Fondazione, nessun rilievo da muovere, ma soltanto l’invito ad andare in questo luogo incantato ed approfittare delle occasioni che offre.

Il giudizio su Boccioni … beh a me è piaciuto, il giovane Boccioni.

I lavori di grafica mi sono piaciuti tantissimo, dai Ciociari agli Olandesini, li ho trovati molto caratteristici; attenzione ora sto per dire una bestialità, ma, osservando quei disegni, mi tornava in mente un fumetto che rimanda alla mia più profonda infanzia, “Le avventure del signor Bonaventura”.

Riguardo alle opere su tela, i ritratti dedicati a madre e sorella li ho trovati tutti splendidi, datati certo, testimonianza di un’epoca ben precisa, caratteristici di un momento di elaborazione e perciò di passaggio, dall’impressionismo, al divisionismo ed infine al futurismo, ma ogni opera l’ho trovata davvero piacevolissima da vedere e non solo come un antefatto della brevissima stagione dell’imminente futurismo.

Tre sono le città cui la mostra fa riferimento, tappe del percorso di Boccioni, da Roma a Milano via Venezia, luoghi in cui il pittore ha modo di conoscere numerosi ed importanti pittori, tra i quali Giovanni SegantiniGiacomo BallaGino SeveriniRoberto BasiliciGaetano PreviatiMario SironiCarlo CarràGiovanni Sottocornola.

Un artista, insomma, che vive appieno il fervore di un’epoca, ne condivide i percorsi di ricerca, si dedica a tecniche diverse, ad esempio l’incisione o la grafica pubblicitaria, che all’epoca era chiamata réclame di cui Boccioni intuisce la modernità.

Le opere dei tanti artisti coevi accompagnano quelle del pittore, la cui famiglia ho scoperto che ha origini romagnole, nel comune di Morciano.

Ricerca, questa parola potrebbe essere la sintesi dell’esposizione di Mamiano, inquietudine e ricerca di uno stile proprio: l’approdo al futurismo è la soluzione che Boccioni sceglie dopo l’incontro con Marinetti, ma resto convinto che l’esperienza della guerra lo avrebbe sfidato ad ulteriori riflessioni.

Una mostra da non perdere.

Parma, 5 novembre 2023 memoria di san Guido Maria Conforti

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