Giacomo Serpotta

Tra le varie chiese ed oratori che costellano il patrimonio di Palermo una scoperta è stata quella di Giacomo Serpotta che ha saputo creare stupende scene bibliche e non solo utilizzando un materiale che non ha mai attirato il mio interesse, lo stucco.

Un altro dei pregiudizi che avevo, proprio come a Modena con la terracotta, è miseramente crollato di fronte a queste rappresentazioni tutte improntate al bianco splendente e all’oro in un dialogo raffinatissimo e di straordinaria eleganza.

Gli oratori che ho visitato sono stati quelli di San Domenico, di Santa Cita, dei Bianchi, di San Lorenzo, del Sabato (presso Casa Professa); le chiese invece che contengono i suoi capolavori sono state quella di Santa Maria del Carmine Maggiore a Ballarò, quella di San Francesco d’Assisi, Santa Maria della Pietà, del Gesù, conosciuta come Casa Professa, Sant’Agostino, Santa Ninfa dei Crociferi, Sant’Orsola.

Unico grande dispiacere l’ho avuto all’oratorio di San Lorenzo dove la ragazza della biglietteria mi ha detto che era vietato fotografare, un autentico peccato visto che ovunque era permesso (e mi hanno spiegato in un altro oratorio che anche a San Lorenzo era possibile senza flash): ho avuto un moto d’odio nei confronti di quella ragazza che avrà molto da farsi perdonare la prossima volta che andrà a confessarsi.

Mi sono piaciute le statue ed i cosiddetti teatrini che Serpotta ha saputo così ben organizzare e realizzare; anche in questo caso sono rimasto piacevolmente avvolto da un senso di grande bellezza…

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