Incubo

Ne va della salute, fisica e non solo.

Stanotte incubo con protagonista una persona di cui non farò il nome ma che reputo sgradevole (ed uso un eufemismo).

Non riesco a pensare nulla di positivo: la sensazione è di uno che sta per essere condotto alla ghigliottina.

Avendo domenica libera, non mi viene nessuna idea.

“Quando il viandante canta nell’oscurità, rinnega la propria apprensione, ma non per questo vede più chiaro”, questa frase di Freud, da “Inibizione, Sintomo, Angoscia”, mi è sempre paciuta molto, ne ignoro la ragione; mi pare di cantare ma di non riuscire  far altro che questo.

Mi accorgo di cercare il famoso amore che non esiste.

“Me ne accorgo” oppure “me ne rendo conto” sono frasi che ripeto spesso: affermazioni insufficienti per uscire dalla crisi.

Ogni giorno mi ritraggo un po’.

Resisterò ancora per molto?

Sono convinto di no.

Dimentico le cose, in continuazione.

Rompo oggetti (ieri un bicchiere) ed oggi, non essendomene accorto, ho vuotato un po’ di vino residuo nel bicchiere, salvo accorgermi, dopo un po’, che si era sparso per tutta la tavola, filtrato da invisibili incrinazioni.

Le dimenticanze come atti mancati? dimentico o rimuovo cosa?

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