Don Giovanni al Teatro Regio

Evento più unico che raro il Don Giovanni al Teatro Regio di Parma, così come la mia presenza se si considera l’orario serale.

La buona sorte mi ha riservato un posto davvero ottimo per cui ho potuto godermi l’opera nelle condizioni migliori.

Devo ammettere che a me è piaciuta, tutto sommato, ma è anche vero che la mia ignoranza musicale è un po’ come il proverbiale pozzo di san Patrizio, senza fondo.

Ma procediamo per gradi: la scenografia, una sorta di teatro nel teatro – ma ho scoperto che si trattava , in realtà, di «qualcosa tra il teatro elisabettiano, una arena spagnola, degli scranni di tribunale» mi è piaciuta; molto essenziale ma non scombiccherata come quella che mi aveva così deluso, dell’ultimo Nabucco visto al Regio.

Anche i costumi mi sono sembrati adeguati, così come le luci, solo un po’ ridicolo lo scoppio delle fiamme nel momento finale, ma dettaglio trascurabile.

Quel che ha poco convinto me è stata la lentezza dell’esecuzione, l’ho trovata un po’ moscia, ma, lo ribadisco, la mia ignoranza musicale è spaventosa.

Don Giovanni mi ha ricordato lo shakespeariano Riccardo III nell’avere a disprezzo il pensiero della donna di lui innamorata, donna Elvira, che in realtà tutte le donne rappresenta.

Così ho molto apprezzato, durante il “catalogo” che le tipologie di donne elencate fossero rappresentate da donne velate e mascherate: un modo per esplicitare l’ossessione del collezionista perché don Giovanni nessuna donna può amare, blindato nella sua coazione a ripetere una sterile seduzione in cerca della Donna, della “donnità”, ideale mortifero e ingiudicabile in quanto inesistente.

Tratto che lo accomuna al duca di Mantova del verdiano Rigoletto: “questa o quella per me pari sono … la donna è mobile qual piuma al vento, muta d’accento e di pensier”.

Sicuramente migliore il secondo atto ma resta quella vaga mancanza di ritmo che ferma il giudizio ad una un po’ misera sufficienza.

Il Don Giovanni al Teatro Regio dunque, resta un’occasione sprecata.

Parma, 19 gennaio 2023 memoria di san Macario il Grande, abate

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