temporali e dolcetti

al circoOggi, 24 agosto, giornata di saluti, tra un interrogatorio, un paio di rogatorie, un incidente mortale, ho avuto la visita graditissima della nostra fantastica collega Sabrina che ci ha omaggiato di fantastici dolcetti fatti con pasta di mandorle e cioccolato amaro sopra: una delizia assoluta cui ho fatto onore portandomi a casa quelli rimasti per concedermi una lussuosa colazione (e per i miei nipotastri).

La aspetto al lavoro quanto prima, è una collega ottima e mi manca molto.

Altra perdita, causa ferie: il mio Commissario preferito, una delle poche persone con cui si parla amabilmente (laureato in filosofia anche lui, che sia un caso?) oltre le solite scontate banalità.

Aspetto anche lui presto.

La sera, poi, un bel temporale (farà iln bis domenica): lampi e saette, come si diceva un tempo, sono estremamente suggestivi; il tuono era provocato dal diavolo che andava in giro in carrozza e mia nonna pronunciava una strana formula apotropaica che aveva a che fare, almeno credo, col grano.

Retaggi di un tempo che fu e che sembra distante come un medioevo.

Vedendo il tempo mi viene da pensare che il motivo di tanta predilezione per il sole e la luce mi viene dal fatto che con l’astro diurno splendente si può stare fuori di casa.

Fuori di casa ovvero fuori da tutta una serie di chiusure, impedimenti, limitazioni che sono evidenti segni di quel disagio famoso in base al quale l’io non è padrone in casa propria.

Narciso viveva chiuso in casa, non essendone padrone, ovvero chiuso, non interessato a ciò che dal mondo poteva venire (tutto da vagliare, peraltro).

Narciso non avrebbe mai potuto gustare i fantastici dolcetti che hanno rallegrato la mia colazione e che mi hanno dato le energie per i lavori domestici, approvati da mia madre che si è lasciata scappare, addirittura, un “hai fatto bene”… comincio a spiegarmi le turbolenze metereologiche.

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