Approfitto della mattinata libera per dedicarmi ad alcune visite in città: parto a piedi da casa mia così posso fare un po’ di moto; arrivo in Piazza Grande per visitare una parte della mostra che Modena dedica a “storie di duchi e patrioti” ed intitolata “eroiche visioni”.
Di mio non avrei mai visitato una mostra del genere, dedicata al risorgimento, ma visto che un gentile collega del Museo mi ha omaggiato, alcuni giorni orsono, del catalogo, ho deciso di andarla a visitare. Le sedi sono 3: Palazzo Municipale, la Camera di Commercio ed il Museo Civico; come dicevo sono partito dal Municipio.
L’unica aggiunta alle stanze che sono già molto ben arredate e con bei quadri, è una uniforme, il resto, appunto, è già tutto lì da vedere ed è decisamente gradevole.
Passo dunque alla Camera di Commercio dove si trova la sezione dedicata alla permanenza di Garibaldi a Modena: trovo una stanzetta con alcuni cimeli garibaldini tra i quali due camice rosse, un poncho e la testa impagliata di un cavallo che fu del generale.
Mi sposto al Museo: una grande stanza dedicata ad una bella ricostruzione dell’ambiente d’epoca, con abiti, alcuni mobili, strumenti musicali, ritratti e busti.
Bella la ricostruzione, ben pensata e disposta; qualche difficoltà nella lettura delle didascalie ma niente di problematico.
Una cosa mi colpisce sopra tutte: la presenza dei tanti cimeli che, per molti aspetti mi ricordano le sacre reliquie, nè più nè meno.
Lo stesso titolo della mostra, evocando le visioni mi suggerisce un parallelo con le visioni mistiche: ritrovo qui il pensiero varie volte citato dello storico A. M. Banti che rimarcava l’utilizzo dei termini cristiani ad opera dei patrioti risorgimentali, non semplice appropriazione di parole, ma utilizzo di un mondo di valori svuotato però dei valori stessi sostituiti da quelli politici, così degli eroi o dei martiri (i patrioti) si conservano – feticisticamente – le reliquie.
Ma vi è un altro aspetto da rimarcare ed è quello religioso: dalle reliquie-cimeli, ai martiri-patrioti, alle visioni mistiche-visioni eroiche non vi è novità di pensiero, la religione persiste e fors’anche si rafforza perchè si cela dietro sedicenti paraventi laici.
Tra le cose che ho visto, un pezzo tratto da un servizio televisivo, almeno credo, del 1946, che mostrava la mummia pietrificata di Mazzini: una sorta di icona laica di santità o di venerabilità.
Nessuna novità proprio come non vi è novità nella festa laica del capodanno, evento di massa che esorcizza un passato inevitabilmente destinato a ripetersi perchè non è dal semplice decorrere del tempo che può venire salute o salvezza; ben diverso è il Natale che segna, non a caso, un prima e un dopo perchè qualcosa è accaduto fruibile da chiunque voglia approfittarne: per l’uomo della massa esiste il chronos ma per l’uomo nuovo, sano e santo, esiste solo il kairos.
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