Sei anni a Parma

Oggi, ultimo giorno dell’anno, notoriamente data per me del tutto insignificante se non fosse che è accaduto, ormai ben sei anni fa, che proprio in questa data, nel turno seral-notturno, ho iniziato il mio percorso professionale nella mia città natale, Parma.

La cronaca della serata l’ho scritta anni fa, con gli inconvenienti del caso; ricordo poco di quel momento, salvo il collega Nando Berciga, fetentissimo perché ci ha lasciato per godersi un’immeritata pensione, e Benny il ceffo col quale scambiai alcune battute che proprio non ricordo ma che mi parvero, allora, vagamente surreali.

Non dimentico nemmeno Kung fu panda – il cortese collega che mi dette il passaggio dal comando a vicino casa (non mi ha accompagnato fino a casa, mi ha lasciato a una cinquantina di metri, dando esempio sin da subito di conclamata braccinaggine) – che ora presta servizio in quel di Fontevivo: di tre che ricordo, due se ne sono andati.

Non faccio bilanci e non entro nei racconti di vita quotidiana per non incorrere in spiacevoli provvedimenti disciplinari ma soprattutto perché non c’è miglior posto dove lavorare come non è chi non veda.

I momenti belli, come sempre accade, si sono alternati a quelli meno piacevoli ma su tutto regna la comodità di essere a pochi minuti da casa, beneficio impagabile.

Al momento mi occupo di un settore che mi piace anche se la sfibrante lotta quotidiana contro i giudici di pace mi lascia qualche residuo di amarezza, d’altronde del ruolo di questo giudice e di quel che penso scriverò una volta giunto alla pensione (ci risentiamo, se il Signore mi conserva in vita e salute, tra una decina d’anni); nel frattempo ho nominato una collega come censore, deputata a depurare le mie memorie difensive da considerazioni tanto vere quanto politicamente scorrette.

Rimarco sempre, con dispiacere, che il mio ufficio è poco frequentato dai colleghi giovani ma debbo rassegnarmi al fatto che l’età non gioca a mio favore né l’elevato numero di stelle, che dalle mostrine, assieme ai (c)alamari di puri brillantini Swarovski, abbagliano i visitatori (insomma forse incuto un po’ di soggezione o sono proprio antipatico): confido nei prossimi, massicci, arrivi di giovani virgulti (peraltro quasi tutti i giovani virgulti che mi hanno concesso l’onore della loro amicizia sono diventati funzionari, chissà che non abbia virtù apotropaiche).

In questo anno, però, ho avuto modo di conoscere due persone davvero speciali, uno dipendente del Comune, l’altro della società Itcity, Diego e Michael: ci tengo a ringraziarli perché mi hanno in più occasioni dimostrato che ci sono persone che sanno comprendere le questioni, proporre delle soluzioni e portarle a compimento, in spirito di collaborazione.

Un ricordo con annesso ringraziamento a tutte le persone che hanno reso e continuano a rendere le mie giornate lavorative piacevoli.

Bene, con questa overdose di buonismo che non mi è congeniale, chiudo questo sesto anno a Parma: il settimo pare porterà qualche importante cambiamento, ma ne riparleremo se e quando sarà il momento.


Parma, 31 dicembre 2023, festa della Santa Famiglia di Nazareth

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