Potsdam

Secondo giorno dedicato a Potsdam dove volevo assolutamente visitare il famosissimo Schloss Sanssouci.

Dalla Hauptbahnhof prendo la S-Bahn 7 che mi porta direttamente a Potsdam, quindi al parco.

Il castello è davvero notevole, sopratutto per il parco e le varie costruzioni di contorno quali il Neues Palais (nuovo Palazzo), le Neue Kammern (Nuove camere), la Chinesisches Haus (Casa cinese) e l’Orangerie (Aranceria) e lo Schloss Charlottenhof (Castello Charlottenhof).

Non so dire quanto abbia camminato ma i piedi, giunto a sera, erano appendici indipendenti e sovrane rispetto al resto del corpo (il mio alluce sinistro evidenzierà successivamente chiari segni di sofferenza violacea).

La prima entrata è dedicata alla Bildergalerie, cioè la pinacoteca che custodisce una serie di opere interessanti, tra le quali spiccano Guido Reni, Van Dyck, Rubens ma niente di straordinario se non … il Caravaggio che lì non ti aspetti.

C’è l’incredulità di Tommaso, un capolavoro come ogni opera del tormentato autore lombardo; superfluo aggiungere che quest’opera da sola vale il viaggio, tanto è bella.

Mi viene da notare che in ogni palazzo europeo che si rispetti non mancano mai opere di autori italiani (ovviamente tutti antichi), il che la dice lunga sulla capacità intellettuale di cui hanno goduto i nostri predecessori (che peraltro italiani non erano visto che l’Italia è una creazione tutto sommato recente).

 

Dopo la Bildergalerie c’è la visita al palazzo vero e proprio che è bello e merita; quindi me ne vado in giro per il parco in cerca delle altre costruzioni; la delusione più cocente della giornata non tarderà molto ad arrivare: il Neues Palais è chiuso per turno il martedì; questa terribile notizia mette a dura prova la mia apertamente dichiarata simpatia per i tedeschi: è una scelta dissennata visto che Potsdam non è comunque proprio a portata di mano e non ci si ritorna così facilmente e velocemente.

Faccio sbollire l’incazzatura andandomene in giro per gli altri palazzi, tra i quali segnalo per la bizzarra simpatia che suscitano la Drachenhaus (casa del Drago) ora trasformata in un bar e la Chinesisches Haus: in quest’ultima entro (biglietto 3 euro) ma lo spettacolo vero è all’esterno (ma nemmeno l’interno è malvagio), con le statue dorate che la circondano, rendendola davvero un gioiellino di gusto discutibile ma caratteristico.

Anche la presenza costante di una stanza, un padiglione o almeno decori cinesi è caratteristica di un certo periodo storico che ancora non aveva sviluppato le idee razziste che in seguito provocheranno tanti danni.

Devo ammettere che il complesso di Sanssouci è davvero notevole, di grande suggestione.

Volendo visitare anche il centro città mi percorro a piedi non so quanti km costeggiando il parco, fino ad arrivare alla “moschea”, Dampfmaschinenhaus, che è una curiosa costruzione in origine destinata a contenere le pompe al servizio dell’impianto idrico di Sanssouci ed ora, credo, chiusa.

Arrivo finalmente in centro città: il viale centrale è pieno di negozi, affollato e piacevole; in fondo c’è la chiesa cattolica Sankt-Peter-und-Paul-Kirche ma niente di significativo, così come la non meno imponente e protestante Nikolaikirche in stile neoclassico.

Quest’ultima si affaccia su una bella piazza che davvero mostra la gradevolezza di una città che è stata benvoluta dai sovrani tedeschi.

Avevo in previsione una visita ad una interessante mostra “Einfach. Natürlich. Leben Lebensreform in Brandenburg 1890–1939” che credo si possa tradurre con “Semplicemente, naturalmente, la riforma della vita nel Brandeburgo”, ma sono arrivato tardi al museo (chiusura alle 17.00) per cui mi sono camminato tutto il centro fino alla hauptbahnhof.

Qui ho provato a prendere il treno ed ho avuto una lieve discussione con il controllore, tal D.D., unico tedesco scortese che ho incontrato, che si è alterato perchè non capiva la mia semplice e banale domanda (ovvero dove sarebbe arrivato il treno, a Berlino, in quale stazione).

 Giornata ben spesa.

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