C’era una volta un re, seduto sul sofà

C’era una volta un re, seduto sul sofà, che disse alla sua serva: “raccontami una storia!” ed ella incominciò: «C’era una volta un re, seduto sul sofà, che disse alla sua serva: “raccontami una storia!” ed ella incominciò»: «C’era una volta un re, seduto sul sofà, che disse alla sua serva: “raccontami una storia!” ed ella incominciò» …

Ricordo questa favoletta da bambino e l’ho ripetuta tre volte per mettere alla prova la pazienza e l’intelligenza dei miei affezionati lettori ma anche per uno stretto legame con un episodio che ora vi racconterò e che, come la favola, ha dei tratti di surreale.

Accade che mia mamma debba fare un piccolo intervento ambulatoriale, a tale scopo necessitavo di un referto specialistico e della richiesta del medico curante, il tutto a disposizione nel fascicolo sanitario.

Non sapendo bene come procedere ho contattato il numero verde che l’ASL dedica alle prenotazioni di visite specialistiche, confidando nel fatto che avrei ricevuto, comunque, qualche indicazione, e così è stato.

MI è stato fornito il numero dell’ambulatorio, da contattare solo al mattino dalle 08:00 alle 10:00, eccetto nei week end.

Eseguo pedissequamente e qui la sorpresa: la voce registrata mi comunica che per prenotare è necessario inviare via fax il referto dello specialista, la prescrizione del medico e indicare un numero di telefono per essere ricontattati; la voce proseguiva invitando chi volesse contattare l’ambulatorio a comporre “questo numero”, dopo di che la linea cadeva, seguita dal classico tuu-tuu-tuu della linea occupata.

Due considerazioni: nel mondo della tecnologia ormai più sfrenata, con spid, pec, email, chat varie è mai possibile che si chieda di inviare un fax?

Oltre a sprecare inutilmente carta, avete mai provato recentemente ad inviare un fax? Le cartolerie lo hanno dismesso quasi tutte per cui è stata una vera impresa trovarne una, in via Bixio, dalla parte opposta della città, con spreco di tempo, benzina, soldi per il parcheggio …

Qualcuno, della direzione sanitaria, potrebbe spiegare ai vari reparti e ambulatori che sono state inventate le mail?

Superata la fase dell’indignazione mi è poi venuto da ridere pensando alla comunicazione della segreteria: se volete parlare con un addetto chiamate questo numero, l’ho chiamato ed è partita la segreteria che diceva: se volete parlare con un addetto chiamate questo numero, cosa che ho fatto ed è partita la segreteria che diceva: se volete parlare con un addetto chiamate questo numero …

In quel momento mi si è materializzata la storiella del re e della serva e, ripensandoci, anche le opere di quel fantastico artista che è stato Maurits Cornelis Escher, con le sue architetture impossibili, che non hanno inizio né fine.

L’ho fatto per tre volte perché non volevo credere alle mie orecchie, coll’ovvio identico risultato: mi propongo all’azienda ospedaliera come consulente di comunicazione, ne hanno urgentemente bisogno.

A fine aneddoto confesso che ho condiviso con un dipendente dell’azienda l’idea di mandare una mail o una pec alla direzione per segnalare il disservizio, mi ha risposto, con sincerità e concisione: “lascia perdere”.

Speriamo che qualcuno abbia voglia di metterci mano, ci vuole poco a rendere più semplice la vita di tutti: inserirei la cura del proprio lavoro nelle opere di misericordia corporale.

Parma, 29 giugno 2023, solennità dei santi Pietro e Paolo

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