Valencia continua

Siamo così arrivati al 30 di gennaio: sveglia di buon’ora, come sempre, perchè ho, come obiettivo, la visita al pueblo di El Puig de Santa Maria – 15 km circa a nord di Valencia, comarca di Huerta  Norte – (acquistato un biglietto alla Estacion del Norte poi treno al primo binario con destinazione Castellon); arrivato alla stazione, scendo in un paese deserto, non c’era un cane in giro; l’ufficio di informazioni turistiche era chiuso con una bella catena… così mi avventuro verso il centro in cerca del famoso monastero: arrivato sul posto trovo tutto chiuso.

Nella piazza ai piedi del monastero c’erano le bancarelle e le attrazioni viaggianti tipiche di una delle nostre fiere (ed ho scoperto che si festeggiava la festa di San Pere – guardando oggi su internet scopro che si tratta di San Pietro Nolasco fondatore dei Mercedari, ordine titolare della parrocchia del Monastero) per cui mi avventuro in cerca di informazioni; trovo un collega della polizia che mi conferma la chiusura; ovviamente non mi sono rassegnato e gli ho spiegato che le indicazioni erano chiarissime: tutti i giorni da martedì a sabato visita guidata alla 10.00 (ed erano le 10) così il gentilissimo poliziotto mi invita ad andare in un certo ingresso.

Inutile dire che era chiuso però sul campanello c’era un incoraggiante “pulse y espere”, io ho pulsado y esperado pero… sono tornato a Valencia triste e un po’ arrabbiato: ho fatto un inutile viaggio per vedere un monastero (dove ha sede il secondo in Europa, per importanza, museo delle arti grafiche) ed un museo chiusi; l’esterno del Monastero è, comunque, assai bello, certo senza le giostre ne avrebbe guadagnato ma si sa… sagre e fiere sono capaci di infilarsi e rovinare dovunque.

Mi consolo velocemente tornando a Valencia dove mi dedico alla visita del Museo del Patriarca che, a parte gli orari un po’ infelici e comunque tipici della Spagna, evidentemente non pensati per i turisti (dalle 11 alle 13.30) è davvero moto bello, piccolo ma bello, merita sicuramente una visita.

Vengo accolto da un simpatico e gentile cassiere che mi spiega il motivo del nome “Museo del Patriarca”, informandomi che il fondatore è stato San Juan de Ribera (pregevole monumento al centro del chiostro) che oltre a essere stato nominato Vicerè, ebbe pure il titolo di Patriarca di Antiochia; pagato quindi un biglietto da 1,50 € mi gusto il bel chiostro e il bel museo, che, per quanto piccolo, ha pezzi davvero pregevoli: i più famosi e belli sono i dipinti di El Greco, davvero bellissimi, poi alcune statuette molto pregevoli che mi sarei portato volentieri a casa.

Esaurite le mete principali e riscaldato da un bel sole primaverile (23 gradi, una meraviglia per il 30 gennaio) mi sono messo a girovagare per le case moderniste; iniziando dal Mercat de Colon mi sono visitato la Casa de los Dragones, la casa Ferrer e altre belle o curiose abitazioni. Stanco e soddisfatto me ne torno in aeroporto in attesa di tornare in questo meraviglioso paese che ha conquistato il mio cuore (a parte Zapatero, che Dio ce ne scampi, anche se noi non è che siamo messi meglio).

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