Granada, tierra soñada por mí!

Granada, 11-14 dicembre 2009.

Ritorna il solito compagno di viaggio: il mitico Agostino; partenza da Bologna con Ryanair e arrivo nel pomeriggio di una splendida giornata di sole.

All’aeroporto consiglio di ritirare subito la cartina della città che è molto ben fatta e comodissima (bravo ufficio del turismo) dopo di che, all’uscita, si trovano subito i bus per il centro città (costo 3 euro); attenzione alle fermate: la prima, la stazione dei bus è in periferia, decisamente lontana dal centro, molto meglio scendere alla fermata Gran Via de Colón proprio a fianco della Cattedrale (sull’altro marciapiedi c’è poi la fermata per il ritorno).

Siamo subito avvicinati da alcune donne (d’altronde è impossibile non sembrare turisti visto che si scende dal bus e si ritirano i bagagli) che “regalano” rametti di rosmarino dicendo che, appunto, è un regalo, peccato che chiedano poi soldi (ovviamente). L’impatto non è dei più favorevoli (come spesso mi accade) perchè vedo in giro delle facce che mi paiono poco raccomandabili, tra le quali quelle delle sopraindicate “signore”.

Fortunatamente Agostino è bersagliato molto più di me (ha la faccia da prete e si veste come tale) per cui me la cavo molto bene nell’evitare il rosmarino (ma due pomeriggi più tardi una di queste mi ha detto che sono una persona generosa, di grande cuore ma un poco “nervioso”, molto amato dai genitori, profetizzando l’arrivo di un telegramma al mio arrivo … inutile dire che ha chiesto soldi e questo sì mi avrebbe innerviosito).

Bien, depositati i bagagli all’hotel (per la prima volta andiamo in 4 stelle, in posizione non centralissima ma molto silenzioso; con vista su un muro però, ripeto, silenzioso e tranquillo, personale gentile, camera buona con un bagno niente male – c’era pure il bidet – mitico – la camera era comunque più da un 3 stelle che da un 4 ma vista l’offerta e considerato il resto approvo la scelta con convinzione) ci fiondiamo alla Cattedrale (3,50 € il biglietto) che mi apre il cuore: bellissimi altari barocchi, eccessivi, esasperati addirittura proprio come piacciono a me.

Stessa spesa per accedere alla Capilla Real che merita proprio come la Cattedrale: splendide le tombe dei Sovrani (W los Reyes Catolicos); due piccoli e deliziosi musei annessi, di paramenti e arredi sacri, sono una ciliegina sulla torta.

All’uscita il bel palazzo de la Medraza che non è visitabile per lavori, facciata, comunque, che è piaciuta moltissimo e, ancora una volta, molto bello, il palazzo della Vieja Curia.

Dopo questo primo approccio che mi conquista, facciamo un giro per la città fino al Monastero di San Jerónimo (San Girolamo) che, però, è ormai in chiusura; si nota la presenza di numerosissime farmacie e di cani sciolti, in giro; sulle indicazioni stradali o meglio sui cartelli coi nomi delle strade potrebbero, invece, spendere qualche euro in più.

Il giorno successivo andiamo all’Alhambra riuscendo ad entrare con qualche apprensione perchè arriviamo con un leggero ritardo non essendo riusciti a trovare subito la biglietteria (la segnaletica è insufficiente e poco chiara). La visita occupa mezza giornata (entrata alle 10 uscita alle 16) ed è inutile aggiungere qualcosa alle innumerevoli lodi che tutti tessono di questo capolavoro, da solo vale il viaggio. Usciti dall’Alhambra scendiamo fino alla Chiesa di  San Domingo (San Domenico, chiusa, uffa) così decidiamo di tornare al Monastero di San Girolamo (anche qui 3,50 €).

Molto molto bello anche questo, purtroppo mi pare sottovalutato come anche la Cartuja (Certosa), come se i turisti si saziassero con la famosissima Alhambra. San Girolamo è barocco, come tutto in città, per ciò che riguarda le chiese, lo stile che scopro giorno dopo giorno  come il più corrispondente al mio spirito. Prima di arrivare a San Girolamo c’è pure l’Ospedale di San Juan de Dios (San Giovanni di Dio)  che ha un bel chiostro (riesco a scattare qualche foto perchè il custode si era allontanato, non so se sia permesso…) Bene mi fermo qui per ora… alla prossima puntata

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