Sogno e liceo scientifico

Questo sogno è stato il degno inizio di una giornata campale e la conclusione di un’altra non meno importante, ma un passo alla volta.

Intanto il sogno:

“Mi trovo in un posto che potrebbe essere un salone dell’oratorio della mia parrocchia, san Benedetto, a Parma, oppure in un’aula universitaria: credo sia in corso una lezione oppure una sessione di esami.

Assisto, forse, ad un esame.

Devo anch’io sostenere un esame ma non in quel luogo (non so perchè) ma altrove.

Nel frattempo credo che entri, in una parte laterale dello stanzone, l’amico Gabriele che deve tenere, a sua volta, una lezione o comunque un incontro.

Mi trovo in un posto all’aperto, seduto per terra o su strane piccole sdraio o amache o qualcosa di simile; la professoressa si lamenta che non funziona qualcosa, forse un televisore o il condizionatore ed allora io mi rivolgo all’amico Alberto Sola che è presente lì accanto, poco prima stava mangiando avidamente al mio fianco, e mi raccomando con lui perchè lo riferisca ad Albertazzi in modo che vengano quanto prima i tecnici.

Così facendo penso di ingraziarmi e bendisporre la professoressa che dovrà esaminarmi.

Nel frattempo riappare Gabriele che si siede poco distante anche se non credo per ascoltare me, forse ha una lezione da tenere.

Siamo seduti ed inizia l’esame con me che tengo un atteggiamento di confidenza, come se volessi farmi benvolere per bendisporre l’esaminatrice; questa inizia riflettendo ad alta voce: “visto che siamo al 15 di agosto… mi parli di un famoso omicidio avvenuto il 15 di agosto…”

Io rifletto a voce alta, pensando a quale omicidio sia mai stato commesso in epoca medioevale, l’esame che devo sostenere è di storia medioevale, ma non mi viene in mente nulla e chiedo alla professoressa di chiedermi qualcos’altro perchè questo proprio lo ignoro ed intanto penso che l’esame è partito male.”

Il giorno prima è successo che ho scoperto di avere la patente scaduta, così ho dovuto provvedere di corsa al rinnovo, con la paura di non riuscire a concludere nei tempi utili per poter guidare e tornare, il giorno dopo, al lavoro; fortunatamente l’agenzia presso la quale presi la patente, sono trent’anni ormai, aveva il medico a disposizione e tutto è filato via senza problemi.

Il giorno 13 settembre, invece, è una data storica perché la mia deliziosa supernipote Laura, ha iniziato le superiori: frequenterà il liceo scientifico, non quello che mi vide giovane e spaesato alunno secoli fa, ma il migliore su piazza, a Parma, oggi.

Ne sono molto fiero perchè il liceo scientifico è un’ottima scuola ed, in fondo, vedo in lei una erede, almeno scolasticamente parlando e questo mi rallegra e non poco.

Peraltro non sono meno fiero del mio altro supernipote Simone, in ambiti diversi.

Il mattino ha visto stravolti tutti gli impegni ospedalieri che avevo a causa di un fastidiosissimo e doloroso imprevisto occorso a mia mamma mentre al pomeriggio avevo un incontro con alcuni alunni delle classi superiori di Guastalla, appuntamento che non potevo saltare.

Allora vittima di sindrome parainfluenzale, preoccupato per la salute di mia madre, mi sono messo in viaggio verso questa dipendenza del fu Granducato presso cui mi trovo a lavorare.

Nel tragitto, a Sorbolo a Levante, mi sono imbattuto in un incidente stradale che, come ho subito percepito, avrebbe avuto esito infausto per un’anziana signora così ho interrotto la marcia e mi sono messo a dirigere il traffico, in borghese.

L’incontro è andato abbastanza bene, è possibile che debbano seguirne altri, e questo ha concluso la giornata.

Il giorno successivo mia madre, per quanto malmessa ha preteso che comprassi le famigerate piantine di radicchio che ogni autunno inquietano le mie giornate.

Ne avevo piantate 144 una decina di giorni fa ma, ovviamente, non erano sufficienti così il 14 settembre ne ho acquistate 200 che ho trapiantato, una per una, facendo prima il buco necessario: la mia pressione, decisamente bassa in questo periodo, non mi ha aiutato ma dopo tre ore l’incubo era finito.

In queste occasioni capisco meglio cosa significhi il voltairiano avere cura del proprio giardino, la cui cura, fondamentalmente, mi ricorda che non esiste il vuoto e che ogni spazio lasciato libero, cioè trascurato, viene occupato da altro che lo parassita.

A questo proposito, ho acquistato anche qualche bulbo di narciso, giusto per non farmi mancare niente.

Parma, 15 settembre 2017 memoria della Beata Vergine Maria Addolorata

 

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