un post su facebook e l’amicizia

Debbo all’involontario contributo dell’amico Stefano Brunori, di Rimini, una riflessione sull’amicizia, giusto poche righe, senza pretese.

La cosa nasce da un post, non l’unico che ho letto oggi, sulla sua bacheca facebook e che riporto integralmente:

“Ciao, silenziosamente, ho cancellato alcuni “amici”, che poi sono amici solo per farsi i fatti mie e che non si sono mai permessi neanche di dire ciao. Con il tempo ho intenzione di eliminarne altri a causa del modo in cui si comportano. Sono felice di averti perché sei tra i miei migliori amici. Ora voglio vedere chi si prenderà il tempo di leggere questo post fino alla fine. Grazie per far parte della mia vita. Questo è un esperimento sociale, per sapere chi solo condivide senza leggere. Se hai letto tutto, seleziona “mi piace” e poi copia e incolla nel tuo profilo, in modo che io possa mettere un commento. Grazie…!!!
Immagino chi lo fara’…”

Queste le parole di Stefano che forse non intendeva scatenare una catena di sant’Antonio ma l’effetto ha rischiato di essere quello.

Non è la prima volta che mi capita di leggere avvisi simili e di trovarli sempre stucchevoli.

Mi veniva da pensare ai post che pubblico sul mio sito, a quelli del mitico Francesco Gallina, col suo “Busillis” ed ai tanti che si prendono la briga di pensare a qualcosa e renderlo disponibile in rete o in un articolo di giornale o libro o quadro o … 

Soprattutto penso ai post che Giacomo Contri offre quotidianamente dal suo blog.

Sono tutti lavori che non pretendono ma, riutilizzo volutamente il verbo, offrono: offerta al pubblico perchè non si tratta di fare sfoggio di intelligenza o cultura in salsa narcisistica ma di mettere dei materiali da rielaborare a portata di mano di chiunque voglia allungarla.

Non è richiesta nemmeno la conoscenza, poichè i lettori, ad esempio, difficilmente hanno modo di conoscere gli autori.

Quindi materiali, offerta, lavoro; niente “prove” che ricordano le prove d’amore, ovvero inganni e ricatti.

La quotidianità è impregnata di questi “messaggi”, che non sono amichevoli.

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