Ultime volontà ed encomi (altrui)

Finalmente è arrivata la lapide con la fotografia di mia mamma, ora la celletta è definitiva in attesa del prossimo ospite; ricordo quando vennero acquistati gli “schiaretti” dei nonni materni: allora era costume seppellirli vicini ma questo comportava la necessità di comprare due loculi al momento del decesso del primo componente la coppia.

Mi inquietava andare al cimitero e trovare il posto vuoto in attesa … lo trovavo qualcosa di sgradevole.

Oggi so, invece, dove anch’io attenderò, fiducioso, la resurrezione, in un’urna accanto a quella della mamma, ovviamente fatti salvi gli imprevisti, perché non siamo padroni della nostra vita ed ancor meno degli eventi successivi alla morte.

Ma se ha senso esprimere un desiderio, il mio è quello di riposare accanto a lei – c’è un terzo posto a disposizione, ci penserà chi vorrà.

Questa è la mia ultima volontà, per quando sarà, niente di difficile; ci aggiungo una postilla, di cui avevo già fatto cenno ma che reitero a scanso di equivoci: nel caso dovessi morire durante la mia vita lavorativa (ma vale anche per dopo) ribadisco quanto già detto di persona ad alcuni: è fatto divieto assoluto a chiunque lavori per l’ente locale in cui presto servizio di partecipare ad un qualsiasi rito esequiale fosse previsto.

Utilizzando i termini divieto assoluto e chiunque credo sia chiara la volontà di non vedere nessuno in uniforme o in borghese che sia, nessuna scorta, picchetto o rappresentante di qualsiasi genere; ne è, al momento, escluso uno soltanto, Benny il ceffo come l’ho soprannominato, l’unico che, se vorrà, sarà il benvenuto.

Il resto delle volontà sarà affidato a mio fratello ed ai nipoti, confidando che, per una volta, mi vorranno dare ascolto, ma sono sintetizzabili in questo programma: devono seguire l’impronta delle esequie della mamma, ovvero nessuna pubblicità.

Nel frattempo devo proseguire col lavoro di lutto che è decisamente più complicato di quanto sperassi; ho liberato casa di tutti gli effetti personali non riutilizzabili ma devo confessare che ogni angolo oppure certi gesti mi richiamano alla memoria quel che faceva lei o facevamo assieme o compivo io per assisterla.

Lavoro di lutto complicato da una serie di eventi collaterali che proprio di aiuto non sono; la riduzione allo stato laicale, ad esempio, che non so come si concluderà, ma che ha riaperto ferite mai veramente cicatrizzate che tenevo comunque sotto controllo con l’evitamento.

Rivangare un passato che volevo dimenticare non è di aiuto ma qualcuno mi ha detto – intendeva incoraggiarmi – che quello che non schianta fortifica, proprio vero: quello che non schianta … ma se schianta?

 “Non piove mai, diluvia soltanto, diciamo noi di Brea” (Omorzo Cactaceo).

Mentre scendeva la sera su questa piovosa serata di maggio, ma ho visto che hanno iniziato a ricomparire timidamente le lucciole, ho saputo che il mio amico e grandissimo collega Cristian è stato encomiato per avere salvato la vita ad un anziano che, senza il suo tempestivo intervento, sarebbe andato nelle celesti praterie.

Prontezza di riflessi, capacità di analisi delle situazioni, anche le più impreviste, ed azioni conseguenti, questo lo contraddistingue tra tanti, oltre ad altre qualità umane e professionali che lo hanno reso il mio prediletto (cocco in termini colloquiali) dai tempi in cui bazzicavo il comune di Modena.

Notizia che mi ha rallegrato e che mi rende orgoglioso di avere collaborato con lui medesimo, un ragazzo d’oro (non l’unico a dire il vero), protagonista di un passato che è alle spalle: mi mancano dannatamente partner così.

Parma, 20 maggio 2025, memoria di san Bernardino da Siena

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