Terzo compleanno Pituf

Il primo giorno del mese di maggio, dedicato alla Madonna, è anche convenzionalmente, il compleanno della mia amatissima Pituf(ina).
Il soprannome Pituf, visto che all’anagrafe si chiamerebbe Stella, è l’abbreviazione di Pitufina, la versione spagnola di Puffetta.
Ignoriamo la data di nascita reale perché la piccola Pituf è una micetta trovatella, arrivata dalle vacanze pugliesi di mio fratello; il veterinario che l’ha visitata, in base allo sviluppo fisico e dentale, ha ipotizzato e stabilito che la data di nascita coincidesse coll’inizio del mese mariano.
Arrivata a casa che sembrava uno scricciolo, così piccola da stare in una mano, si è rivelata da subito un bel peperino, con una splendida coda agitata in modo impertinente ed imperioso.
La sua coda, in effetti, è spettacolare ed inspiegabile o meglio, sempre a parere del veterinario, la nostra principessa sarebbe l’incrocio tra un gatto comune occidentale ed uno a pelo lungo e questo spiegherebbe il pelo, decisamente “coccoloso” e la coda, da nobilgatta,
Effetto collaterale di tanta abbondanza di morbidissimo pelo è la sua capacità di raccogliere tutto quel che trova per cui ogni giorno bisogna sfilarle i pezzetti di rametti, foglie o frutti di alcune erbe infestanti.
Da quando è entrata in casa nostra la gerarchia sociale famigliare mi ha visto scendere di un ulteriore gradino e consolidarsi in questo modo: mamma, fratello, nipoti, Pituf, io.
Ne sono ben contento perché la piccola Pituf mi ha totamente sottomesso, come dico spesso “ogni suo miao è un ordine” tanto che il mio udito si è affinato ed anche di notte è sufficiente un paio di miagolii perché mi alzi e le vada ad aprire oppure le apra il rubinetto del lavandino perché si disseti.
Accade spesso che la sera venga a sdraiarsi, miagolando quasi a sollecitarmi, sul mio braccio destro, in attesa di abbondanti dosi di coccole.
Mai avrei immaginato di affezionarmi tanto a questo indipendente animale ad un tempo così delicato e deciso, indipendente e misterioso.
Con mia madre il rapporto è più conflittuale: per lunghi periodi va a dormire con lei, appoggiata ad una sua gamba, ogni sera aspetta da lei la razione di “mommi”, cibo extra di cui non avrebbe alcun bisogno avendo sempre la ciotola piena e a disposizione, ma difficilmente le richiede le coccole.
Al contrario, nel mio caso, pur senza cibo, mi considera il dispensatore di languide carezze: quando si trova nei pressi di casa e mi vede arrivare in auto, corre verso il cancello per alzare poi la coda a forma di punto interrogativo, in posa da vera principessa conscia del suo potere.
Per un certo periodo aveva anche preso l’abitudine di saltare nell’auto, girarla per bene ed andare a sdraiarsi sul telo della cappelliera.
Ora che, a tre anni, è ormai una micetta adulta, si è tranquillizzata, non più quella palla di pelo che correva ovunque anche se la passione per lucertole, passerotti e soprattutto pettirossi (con mia grandissima tristezza) non è affatto venuta meno.
Mi perdo nel mistero dei suoi impenetrabili occhi verdi e mi commuovo quando sento la sua linguetta rugosa che mi lecca le mani mentre il rumore delle sue fusa riempie la stanza.
Buon compleanno Pituf, principessa di casa.
Parma, 1 maggio 2022 solennità di San Giuseppe lavoratore

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