Sogno operistico

Un signore grasso, con un enorme girovita, mi propone di cantare un’opera lirica (forse per beneficenza?), accetto.

La sera della prima mi viene un dubbio o meglio un’illuminazione: io non so cantare, non conosco la musica, non ho idea di quale nota prendere.

Cerco tra il pubblico Gabriele, lo vedo e mi avvicino per dirgli questo mio pensiero e chiedere consiglio ma lui non risponde.

In realtà lo vedo quasi ai miei piedi, come se fosse incassato, si vede solo il viso che sembra fisso come se fosse di cartone.

Viene in camerino a chiamarmi l’uomo grosso, mi avvio verso la scena passando tra due blocchi di poltrone.

Ora siamo in centro a Parma, vicino ad un ponte, succede qualcosa, non so forse una caduta e la protagonista si fa male, l’opera è sospesa.

L’uomo grosso indica o parla con una donna decisamente brutta e le dice che toccherà a lei poi, tra sé ma in modo che si senta, esclama qualcosa, con preoccupazione, del tipo “lei ha una voce altissima”.

Questa considerazione sembra rivolta a me.

Camminando nel greto del torrente Parma arriviamo in giardino privato molto bello, ben tenuto, c’è una signora che ci spiega qualcosa sulla scelta del vecchio proprietario che lo ha creato.

Forse scambiamo qualche idea sul fatto che l’acqua ha raggiunto livelli mai visti.

Sulle rive ci sono dei cani al guinzaglio, una donna dice qualcosa ed io le spiego che ciascuno sorveglia un tratto di torrente e che può salvare le persone che vi cadono dentro, preciso che i guinzagli hanno la lunghezza giusta per ogni tratto.

Sogno nella notte tra 18 e 19 aprile 2020, domenica della divina misericordia

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