sadismo e ideale

Dal Corriere dela sera due notizie: modella si offre come cavia per il taser (pistola elettrica in uso ad alcune polizie americane) e gli spettatori pagano per assistere, il tutto per beneficenza; giovane anglosassone muore a seguito di attacco cardiaco (dopo avere avuto altri tre ictus e due infarti in precedenza) a causa della maniacale cura del proprio corpo con palestra e steroidi.

Ossessionato da un ideale di perfezione del corpo, da anni si dedicava freneticamente alla palestra con massiccio uso di anabolizzanti.

Nel primo caso prendo atto del sadismo degli spettatori che pagano per vedere una modella (in costume da bagno due pezzi) sottoposta a una dolorosa scarica di pistola elettrica: sarà una sensazione mia ma questa idea è poco rassicurante, mi suggerisce pensieri sadici di sottomissione e dolore, depurati degli aspetti negativi dovuti alla buona causa dello spettacolo: raccolgo soldi per far del bene facendo del male ad una donna.

Il secondo caso mi ha impressionato per via della potenza di certe teorie: il corpo ideale e l’ideale del corpo, privo di rapporto e quindi di giudizio di gradimento da parte di un altro.

Il giovanotto mirava ad un irraggiungibile risultato: la perfezione; irraggiungibile perchè inesistente, ma l’inesistenza uccide se la si assume come criterio di giudizio.

C’è traccia di Narciso nel giudicarsi attraverso un ideale perchè tutto autoreferenziale, non c’è posto per altro; il corpo diventa un feticcio, qualcosa da lavorare  in vista di…

Ho avuto un collega maniaco di palestra, depilazione e cura del corpo; il tutto gli ha permesso di avere un buon successo con tante belle ragazze; nei tre anni che ho avuto occasione di frequentarlo non l’ho mai sentito esprimere un pensiero che fosse un minimo elaborato. L’unica sua conquista che ho conosciuto anch’io è una ragazza banalmente piacevole, come lui priva di ogni attrattiva se non quella fisica: incontro tra narcisi.

La tartaruga (cioè gli addominali scolpiti) come arma di seduzione ma anche come termine ultimo di rapporto perchè poi tutto finisce nel continuo contemplarsi.

Giusto stamattina, in palestra, un ragazzotto, di quelli che manco salutano, si specchiava nello spogliatoio, cambiando pose per vedersi meglio da ogni angolo visuale.

Lo specchio dovrebbe essere utilizzato soltanto per la preparazione all’incontro con un altro, quindi al rendersi gradevole perchè un altro ne tragga una qualche forma di profitto; se invece si limita a rimandare la propria immagine o l’ideale cui tendere sarebbe meglio andasse in frantumi: un vetro rotto che risparmierebbe 7 anni ( e sono pochi) di sventure.

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