riforme in Italia?

Mentre me ne stavo andando in auto, dopo avere sostituito la batteria ormai defunta, ho ascoltato un pezzo di un programma radiofonico di radio24; il conduttore si scandalizzava per l’altissimo numero di forestali presenti in Sicilia (28.000 o 30.000 non ricordo con precisione), lamentando il costo per la comunità e per l’INPS (che è pagato dalla comunità).

Proponeva anche di eliminare le regioni a statuto speciale; difficile non concordare.

Io aggiungerei che, visto l’immane spreco di denaro che ha visto protagonista le regioni, queste sarebbero da eliminare.

Oltre a qualche ormai antistorico “aiutino” riservato, ad esempio, al paese di Livigno, dove ho lavorato per ben due stagioni invernali: se il regime di esenzione fiscale aveva un senso in tempi di difficoltà di movimento (con un isolamento che condannava il paese ad una sorta di chiusura al mondo per lunghi inverni), oggi che le strade ci sono e la località è ben conosciuta in Europa per le piste da sci, non sarebbe utile ed opportuno togliere degli incentivi che non hanno alcun senso di esistere?

Ma parlando di sprechi ed inefficienze non sarebbe male affrontare il tema sicurezza: in Italia ci sono forze di polizia e simili per tutti i gusti.

Un numero di divise utile soltanto per i collezionisti di soldatini di piombo, sempre che esista qualcuno che ha la voglia di riprodurle tutte.

Spessissimo in contrapposizione, in concorrenza (non virtuosa), ignorando l’uno quel che l’altro fa; strutture costose e che oggi non hanno senso di esistere.

In un paese normale, non dico civile che ormai ho rinunciato all’idea di pensare assieme questo paese e la civiltà, come è possibile avere, giusto per fare un esempio, nella lotta alla droga la polizia, i carabinieri, la guardia di finanza e, spessissimo ormai, numerose polizie municipali?

Ci sono tanti aspetti paradossali che ci vorrebbe un romanzo per poterli chiarire tutti, senza che lo stato se ne occupi minimamente.

Uno straccio di tentativo di riforma della polizia locale non riesce a trovare uno sbocco parlamentare da decenni, ma ogni giorno centinaia di addetti alla sicurezza, con simili ma diverse competenze, appartenenti a diverse organizzazioni, si devono scambiare carte e informazioni (quando c’è collaborazione, il che non è scontato, anzi) perchè ciascuno è geloso custode die propri privilegi ed orticelli.

L’inefficienza finale è sotto gli occhi di tutti, i costi non so, ma non c’è giornalista che abbia tempo o voglia di mettere mano ad una seria indagine e relativa campagna stampa che stimoli i politici in questo senso: riunire, riorganizzare, ripensare le divise di polizia in Italia.

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