Pensando alle elezioni regionali di questi giorni mi è tornato in mente un episodio risalente a tanto tempo fa: mia nonna si era rotta il femore ed era costretta prima a letto per 9 mesi con un’ingessatura molto simile ad una corazza. Ripresasi da quello, rimase fino alla morte, per lunghi anni, su una sedia a rotelle, senza potersi spostare da casa; un giorno, in occasione di non ricordo quale competizione elettorale, confidò la paura di non potersi recare a votare, temendo una “punizione”, una qualche forma di riduzione della pensione di invalidità che percepiva (da sempre avendo una gamba atrofizzata dalla poliomielite e poi ulteriormente devastata da una trombosi, per cui camminava a appoggiandosi ad una bastione ed una stampella, con la storia di un miglioramento miracoloso di cui magari parlerò in altra occasione).
Sono trascorsi secoli da una mentalità di questo genere e l’affluenza in costante calo è lì a certificarlo. Ne ha parlato, con la solita acuta intelligenza, Giovanni Cominelli, in un articolo pubblicato, come al solito, sul Sant’Alessandro di Bergamo: “Così la politica, intrisa di ideologie ultimative, trasforma l’arena della democrazia in un ring, dove i contendenti se le danno di santa ragione, mentre gli elettori hanno perso la voglia di assistervi e se ne vanno lontano”.
Cominelli, tuttavia, compie un’analisi che, in un punto, non è condivisibile: non sono (soltanto) le ideologie ultimative a scontrarsi sul ring, queste sono al servizio, il pretesto per occupare la scena dei combattimenti tra galli, che continuano, indefessi perché sono ormai l’unica modalità di rapporto perlomeno pubblico – talk show, comizi, occasioni di pubblici incontri.
Altre suggestioni mi arrivano, in particolare da un amico che da sempre è un acuto osservatore degli avvenimenti politici, col distacco olimpico dei filosofi, il professor Gabriele Trivelloni, non casualmente filosofo proprio come Giovanni Cominelli: “Dai miei osservatori molto dentro la cultura politica, vedo che si è spento ogni afflato ideologico di massa dei decenni passati, non c’è più il rancore rivendicazionista di un tempo, per una quasi sazietà retorica, in un crepuscolo che attende solo di finire ma intanto gode dello stato di sazietà. Altri apriranno nuovi legami e orizzonti di senso. Costoro hanno fatto il loro tempo ma restano a tavola a sgranocchiare gli ultimi avanzi.
Molto meglio non ci sia più quel rivendicazionismo, però finito quello sono rimaste solo le spoglie di idee poverissime”.
Un concentrato di analisi acutissima, che spiega molto dello stato della politica italiana.
L’occasione elettorale, in fondo, è la meno interessante degli avvenimenti perché è il momento in cui i fari si accendono sul ring, tutto si acuisce in modo esasperato ma nell’inconcludente finzione che ricorda molto l’incontro di boxe farsa tra Mike Tyson (58 anni) e Jake Paul (27).
Attendo (anche se poco fiducioso) nuovi legami e orizzonti di senso, ben contento della morte di certi discorsi che hanno connotato e insanguinato il secolo scorso.
Parma, 20 novembre 2024 memoria di Sant’ Edmondo, Re degli Angli Orientali, martire e delle beate Maria dei Miracoli (Milagros) Ortelles Gimeno, Angela di San Giuseppe e 14 compagne, Vergini e martiri