Pesciolina pensionata

Ieri una collega, che ho soprannominato Pesciolina, è andata in pensione (con mia e non solo mia grande invidia).
In questi anni di permanenza a Parma, ho avuto modo di apprezzare le qualità di questa gentile collega, a volte un po’ troppo “rustica” per le mie abitudini, ma sempre seria, disponibile e cortese, anche nelle occasioni, tante, in cui si è costretti a rispondere no a richieste inaccoglibili.
In ogni occasione la cara Pesciolina, come amabilmente amavo canzonarla, si è sempre dimostrata davvero persona squisita.
Sfortunatamente, per molti di quelli che oggi vengono chiamati ipocritamente utenti, sentirsi rispondere negativamente
Ho solo un rimprovero da muoverle ed è quello di non avermi mai dipinto un ritratto, cosa cui tengo da sempre (ne conservo gelosamente uno della mitica collega modenese Claudia Casarini), ma considerando la mia sconfinata bontà, gliela perdono, come colpa, seppur assai grave.
Non ho episodi specifici da ricordare se non il fatto che sono stato, almeno a suo dire, il suo punto di riferimento per ogni “rogna” che si è trovata in difficoltà a gestire: di questo sono contento, come sono ben felice di sapere che mi ricorderà con piacere.

Mi ha anche confessato che, se alcuni anni prima, fossi stato trasferito nell’ufficio in cui sopravvivo da qualche tempo, avrebbe avanzato una proposta, cioè avrebbe probabilmente chiesto di venire a lavorare nella nostra squadra, ne sarei stato contento, ma così non è accaduto, pazienza.

Ci ha anche raccontato di essere stata una delle prime agenti di polizia locale ad andare in onda, cioè a dare le notizie sul traffico, alla radio.

A una collega così posso anche perdonare la totale “ottusità” politica: la differenza di idee non è mai stata un problema ma un’occasione per qualche canzonatura che non le ho risparmiato, con la solita bonomia che mi è unanimemente riconosciuta (credeteci); tanto mi ha stimato da essere anche inciampata in un piccolo incidente diplomatico in occasione delle elezioni di alcuni giorni fa: aveva sottoscritto la lista elettorale del sindacato cui mi onoro di essere iscritto; la mannaia dell’ortodossia “sinistrorsa” è poi intervenuta, creandole tali e tanti sensi di colpa da farla retrocedere dalla sua coraggiosa decisione.

Non mi ha fatto arrabbiare, solo mi ha lasciato un retrogusto di amarezza, ma ho continuato e persisto a stimarla.

La sua avventura professionale si è conclusa, con soddisfazione (le hanno anche chiesto qualche selfie); ora la aspettano tante nuove esperienze cui non si sottrarrà.

Da parte mia non posso che augurarle ogni bene, come merita.

Parma, 12 aprile 2022, martedì santo e memoria di san Giuseppe Moscati

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