Los Amantes de Teruel

Prendo spunto dalla visita a Teruel del cosiddetto Mausoleo del Los Amantes; la storia è riassunta nel post del 22 giugno e non starò a ripeterla. La mia visita al complesso è stata molto veloce, come anche l’addetta alla biglietteria mi ha fatto notare, per due motivi ovvero il poco tempo a disposizione e, tutto sommato, la mediocrità del mausoleo stesso che, salvo le due tombe, non male ma niente di straordinario, un chiostro carino ed una chiesa normalissima, non ha molto da offrire.

Nel veloce passaggio ho avuto occasione di notare, però, una sezione dedicata agli amanti celebri nella storia ed è proprio questo inserimento de Los Amantes di Teruel in un certo filone che mi ha “disturbato”; ho trovato, dunque, documentati gli amori di Cleopatra e Marcantonio, di Romeo e Giulietta e di Otello e Desdemona.

Credo che nell’inserire Los Amantes di Teruel in un filone di innamorati sia un errore concettuale grave: Juan Diego de Marcilla e Isabel de Segura sono stati amanti, non innamorati ed in particolare non si sono persi in fissazioni quali lo stare sempre vicini vicini.

Giustamente Juan Diego, volendo ben vivere con la sua donna si mette in moto andando in cerca di fortuna, il tempo è irrilevante; la cosa da evidenziare è che il ragazzo si mette al lavoro senza obiezioni al tipo di lavoro, andando in giro per il mondo a cercare fortuna, cioè non si pone vincoli preconcetti e, soprattutto, non ha bisogno di stare sempre attaccato alle sottane della sua ragazza, il che risolve anche la questione della gelosia.

Spessissimo, sentendo parlare in giro, incontro la teoria che il partner, lasciato solo, sarebbe lì pronto a tradire per cui serve una continua sorveglianza a distanza più o meno ravvicinata; così come sento spesso che i coniugi devono fare tutte le cose assieme, vacanze, uscite serali, ecc ecc: la famiglia o la coppia come maso chiuso ed il partner è un “oggetto” da custodire e da proteggere contro aggressioni esterne, questo a prescindere, in realtà, dal buon andamento del rapporto, anzi direi che ne è inversamente proporzionale.

Due cuori ed una capanna non è lo stile di vita degli amanti di Teruel, che, al limite puntano a due cuori ed un attico a Central Park, con apertura a tutto il mondo.

La storia, tuttavia, ha un esito tragico: il padre che vuole imporre un rapporto a prescindere dal lavoro di rapporto, la ricchezza del pretendente, come forma di status a prescindere, ancora una volta, dal lavoro che ha portato a conseguirla sono ostacoli che hanno contribuito alla caduta di un pensiero sano.

La stessa Isabel, rifiutando un bacio d’addio, gesto che avrebbe ad un tempo riconosciuto come amore quel che tra loro era stato ed avrebbe sancito l’addio a Juan Diego senza pena (con dolore ma quello va elaborato) mostra come sia difficile la cura del pensiero ma, rivela anche come questa sia l’unica strada percorribile, pena la morte, che sopravvenga in giovane età o meno è irrilevante: non è mai questione di età; direi anzi, che l’alibi della giovane età è uno dei sistemi per isolare, per allontanare da sé, chiudendola nella straordinarietà dell’evento, la provocazioni che ne derivano.

Il lavoro di costruzione del rapporto non esiste in Giulietta e Romeo o in Otello e Desdemona: non vi è amore in questi casi ma innamoramento, fissazione, geloso possesso o incantamento; nel caso di Teruel avrebbe potuto accadere qualunque cosa, la storia avrebbe potuto avere sviluppi  insospettabili; negli altri casi la storia non ha nemmeno avuto inizio, non c’è stato rapporto e l’accomunare realtà così diverse mostra come difficile sia individuare, anche oggi e per ognuno, quale realtà, se di realtà si tratta, descriva la parola amore.

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