Incubo in un comando di mezza estate

Racconterò una vicenda mai accaduta, in un comando in cui non ho mai lavorato ed è impossibile che vi siano riferimenti a luoghi o persone esistenti, tengo a precisarlo per evitare equivoci.

Siamo dunque in piena estate e qualcuno pensa bene di organizzare un gay pride o qualcosa di simile in una città rinomata per il turismo di massa.

Arriva il giorno e bisogna preparare le strade che vedranno il festoso corteo avversato, però da qualche nostalgico di destra che ha organizzato una contro manifestazione giusto perchè andare sempre a fare a botte con gli antagonisti è noioso.

Chi doveva pensare ad emettere l’ordinanza di divieto di sosta si è però addormentato e la segnaletica viene messa in ritardo rispetto alle canoniche 48 di anticipo necessarie.

Viene inviata una pattuglia per procedere alle rimozioni ma questa si rifiuta di farle, il che creerebbe un bel disagio, in tempi di maggior attenzione per la sicurezza poi, per cui viene interpellato il Capataz Comandantissimo in persona che si reca immantinente sul posto assieme alla sua fida scudiera, una delle sue vice, che chiameremo, per convenzione fetonza che è la composizione di due parole non proprio lusinghiere ma che lascio alla fantasia dei lettori.

Ordunque giunto sul posto il Capataz Comandantissimo ordina sbrigativamente di procedere alla rimozione delle auto; ricevuto il diniego dell’agente che sfortunatamente è dovuto intervenire, non abituato ad essere non dico contraddetto ma disobbedito, il poverino diventa paonazzo, con tanto di occhi fuori dalle orbite.

Sbraitando come un forsennato esige ordina e comanda di procedere, spiegando agli agenti che se vi è un divieto (preesistente) sulla destra, trovandoci in un senso unico, questo vale anche per la sinistra, in questo sostenuto dalla fida fetonza. Purtroppo succede che il codice della strada a volte contrasti coi desideri del Capataz Comandantissimo che rischia di fare una figuraccia.

Si accende, però, la provvidenziale lampadina, è l’ordine pubblico quello che salverà l’onore del nostro: finalmente una scelta sensata, sebbene tardiva ma con un piccolo inconveniente, il costo; già perchè il costo è a carico del comune.

L’onore è salvo, il portafogli un po’ meno ma essendo il Capataz Comandantissimo fedele espressione del sindaco (che potrebbe essere un rampante appartenente a quella categoria di sindaci che adesso usano tutti la camicia bianca, fanno i fighetti, del tu a tutti, chiamiamoci col nome di battesimo e tutto scelte e poche chiacchiere) gli potrà mai accadere qualcosa?

La storia potrebbe continuare ma mi fermo qui per evidenziare alcune questioni, impossibili in questo comune e comando che non esistono:

chi ha emesso in ritardo l’ordinanza dovrà risponderne a qualcuno? prenderà la stessa pagella dell’anno precedente?

la fetonza che ha “dimenticato” di inviare una pattuglia a chiudere la strada con le transenne (riducendo di molto il problema) ed ha sostenuto il suo Capataz Comandantissimo nelle fantasiose interpretazioni del codice avrà un incentivo?

il Capataz Comandantissimo sarà chiamato da qualcuno a rendere conto sia delle disfunzioni create sia della gestione a dir poco discutibile del personale (urla chi non ha argomenti), sia ancora delle spese che il comune dovrà agli addetti alla rimozione?

la minoranza in consiglio comunale chiederà lumi?

i giornali diranno qualcosa?

A cosa serve questa storia che si potrebbe intitolare “utopia in Comune”? a ricordare a me prima di tutti che bisogna tenersi lontani dalla politica e che i numerosi comandanti e funzionari bravi (e ne conosco tantissimi, questi sì reali) spesso devono indietreggiare di fronte a chi è prescelto per altri meriti.

Mi diceva tempo fa un’amica, funzionaria bravissima e donna straordinaria, che certi amministratori (dico certi perchè non è giusto sparar nel mucchio), di ogni credo o appartenenza politica, prediligono la fedeltà alla professionalità.

Vogliamo parlare di acquisti folli? etilometro, test elettronico per le sostanze stupefacenti, fonometro, materiale mai utilizzato, che addirittura in certi casi nessuno sa manco come utilizzare e tutto per cosa? per spendere soldi di contributi regionali… ma anche questo non è mai accaduto, nè potrà mai accadere in Italia.

La tanto decantata separazione tra indirizzo politico e gestionale è una di quelle belle favolette che servono per prendere in giro chi vuole farsi prendere per i fondelli.

La burocrazia è invincibile perchè è connaturata allo spirito italiota che non sopravvive senza l’amicizia di un potente o senza la commistione con chi decide: i superpoteri accordati ai sindaci, per cui appena eletti si trasformano in piccoli caudillo, sono in realtà un boomerang perchè essi devono governare con l’appoggio del popolo cioè non devono mai scontentare nessuno…

Ribadisco da tempo che abbiamo bisogno di sant’Angela Merkel, ma nemmeno lei potrebbe più di tanto.

 

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