in memoria di Ezio Raimondi

Domenica mattina, tornando da Messa, le letture erano straordinarie, ho appreso dalla radio, della morte del professor Ezio Raimondi.

Ebbi modo di conoscerlo in occasione della visita che fece a Rimini, alla mostra che il meeting aveva dedicato a Guido Cagnacci, presso il museo della città, correva l’anno 1993.

Il professor Raimondi era accompagnato dall’allora assessore alla cultura del comune di Rimini che chiese se ci fosse qualcuno disponibile per una visita guidata all’illustre ospite. Non ricordo se per mancanza di guide all’altezza oppure per senso del dovere (quello di ben accogliere l’ospite in modo da soddisfare sia quest’ultimo che il datore di lavoro), fui io ad offrirmi di intrattenerlo, anche perchè ero il direttore dell’evento, cioè il responsabile in loco della mostra.

Fu una follia e se ci penso ancora mi apostrofo come un totale idiota visto il professor Raimondi era un profondo conoscitore della materia ed io un perlomeno allo stesso livello profondo ignorante della storia dell’arte.

Con tutta la preoccupazione che mi accompagna in queste eventualità mi lanciai dunque nella visita guidata; al termine, dopo i ringraziamenti di rito, quel che mi lasciò stupefatto fu il ritorno dell’assessore che volle ringraziarmi personalmente, per come avevo condotto la visita, elogiando lo stile discreto e puntuale che avevo utilizzato.

Fu un episodio molto gratificante anche se da incosciente (e durante quella mostra non fu certo l’unico).

Non ho avuto altre occasioni di frequentare il professor Raimondi, ma il suo nome è rimasto nella memoria, con un alone di simpatia.

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