Il Mendo

Il 31 gennaio non è una data qualunque: per chi vive o è cresciuto in una parrocchia salesiana, la memoria liturgica di san Giovanni Bosco diventa solennità, mentre per chi ha vissuto e lavorato a Modena, la solennità di san Geminiano cade proprio in questa giornata di fine gennaio.

Mi concedo una digressione su questo santo: per non essere nominato vescovo di Modena si diede alla fuga, accettò infine sotto la pressione dei fedeli, unanimi nel volerlo loro pastore e riportò la città alla vera fede, quella cattolica, correggendo gli errori ereticali allora assai in voga.

Lascio a ciascuno la valutazione di queste qualità.

Bene, torniamo al 31 gennaio che, a far data da quest’anno, si arricchisce di un nuovo evento significativo: è stato l’ultimo giorno di lavoro di un collega, tal Luca Mendogni detto Mendo; le circostanze non sempre favorevoli della vita mi hanno impedito di essere presente e di poterlo salutare dal vivo, ne sono dispiaciuto ma troveremo il modo per rimediare.

Ho conosciuto Luca quando lui si dedicava al commercio (non faceva il commerciante né il commercialista, a scanso di equivoci) ed io ero uno scalpitante neo acquisto; l’entusiasmo mi durò pochissimo ma la disponibilità verso i colleghi non è mai venuta meno e così ho avuto modo di averci saltuariamente a che fare.

Un po’ di nascosto però, ché la sua capisciona non mi aveva nelle sue grazie come spesso accade, a causa, forse, del mio carattere non sempre piacevole.

Dovrei tesserne un panegirico per esaltarne le qualità, ma non voglio usare toni encomiastici, per una volta privilegio la sobrietà.

Così mi limito a dire che è stato un piacere ed un onore avere a che fare con una persona seria, equilibrata, posata, mai sopra le righe e mai scorretta o ambigua.

Ogni volta che ho avuto modo di lavorarci o berci un caffè, sempre mi sono trovato a mio agio; durante il periodo covid è stato un interlocutore collaborativo e di grande aiuto.

Come direi di non tanti, il buon Mendo è un collega che avrei avuto volentieri come compagno di pattuglia.

Professionalmente è una bella perdita, non facile da sostituire, umanamente anche di più per via di quelle doti che noto essere sempre meno diffuse tra le giovani leve (e non solo), salvo qualche lodevole eccezione.

Ora sono certo che il Mendo non farà l’umarèl ma mi preoccupa un po’ quel che ho letto proprio oggi sul Corriere, sulle strane modalità di invecchiamento dei boomer, che avverrebbe con massicce dosi di sesso droga e rock ‘n’ roll: su sesso e droga non ho timori mentre il rock mi desta qualche paura visto il fisico asciutto e scattante di questo ottimo collega.

Gli auguro ogni bene per le iniziative che intraprenderà nel prossimo futuro e sono sicuro che non mancheranno le occasioni per rivederci e scambiare 4 chiacchiere in compagnia, magari assieme ad un altro eccellente pensionato, il non meno ottimo Nando Berciga (detto Bercy); assieme attenderemo il pensionamento di un altro (che sia buono) per lanciarci in qualche sfrenato torneo di briscola.

Un caro abbraccio al Mendo con tutta la stima che sa bene di meritare.

Parma, 31 gennaio 2025 solennità di san Giovanni Bosco e di san Geminiano

 

 

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.