Il disastro di Roma e il sindaco Raggi

Roma è abbandonata a sé stessa, la nuova classe dirigente è inadeguata, incapace di gestire la città eterna: questo è quanto sembra emergere dagli articoli che la stampa dedica alla mia amatissima Roma.

Anche stamattina, dalle pagine del Corriere della Sera, Alberto Asor Rosa attacca l’attuale amministrazione, “esaltando”, invece, quelle di Rutelli, Veltroni e “salvando” quella di Marino.

Non vivo a Roma per cui non posso dire più di tanto ma sono sicuro di alcune cose:

per quanto i grillini siano ideologicamente pericolosi nei loro vertici attuali, tuttavia questo movimento ha raccolto forze eterogenee, con riferimenti culturali di ogni tipo  e quindi, è proprio una questione statistica, sicuramente gente inadeguata e impreparata, ma anche persone che hanno a cuore la città che si trovano ad amministrare, e questo anche a Roma;

per quanto i grillini siano considerabili impreparati e incapaci, è impossibile che tutto il disastro che emerge in questo periodo sia imputabile a loro e a loro soltanto.

Temo che Roma abbia vissuto da sempre secondo un proprio stile di governo fondato sulla coesistenza di vari poteri e sugli accordi tra questi, più o meno dichiarabili a seconda dei tempi e dei personaggi.

Quello che è certo, a mio parere, è che il verminaio esisteva ben prima dell’arrivo del sindaco Raggi ma le camere di compensazione interne al sistema facevano sì che poco o nulla, rispetto all’entità del fenomeno, emergesse: a tutti andava bene perchè ognuno trovava, comunque, una parte dell’orticello pubblico da occupare.

L’arrivo al potere di questi dilettanti allo sbaraglio ha rotto l’incantesimo facendo sì che tutti si siano uniti nell’astioso attacco a questi amministratori, attacco da sferrare con le armi dell’informazione, mostrando impietosamente al mondo intero quello stato di degrado che regna sovrano.

Riconosco, dunque, un merito al sindaco Raggi, quello di avere fatto emergere presso la pubblica opinione lo stato dell’arte.

Sono però convinto che né questa amministrazione, né quelle che verranno riusciranno a porre freno e rimedio ad un costume che affonda nei secoli.

L’intera storia di Roma sembra fondata sulla corruzione, a partire dai padri.

Paese incorreggibile, seppur patria del diritto il che dovrebbe far meditare.

Parma, 2 agosto 2017 memoria di sant’Eusebio di Vercelli, vescovo

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