i saldi, le furbizie italiote e gli Uruk-hai

Andando in giro per alcuni negozi ho avuto la riconferma, non che ne avessi bisogno, dell’enorme bufala che sono i saldi, almeno in Emilia Romagna, non so altrove.

Ieri ed i giorni precedenti gli stessi negozi che oggi espongono il cartello saldi, pubblicizzavano il medesimo sconto come vendita promozionale; in due giorni si è passati dalla vendita promozionale ai saldi, con semplice cambio di pubblicità.

Da aggiungere a questo anche l’abitudine di varie attività commerciali, di mettere in vendita, durante i saldi, articoli che non sono mai stati esposti in precedenza e che arrivano direttamente sugli scaffali con lo sconto, ad esempio, del 40 %: inutile puntualizzare che in questo caso lo sconto è evidentemente farlocco (avendo lavorato, nei secoli passati, per una catena di negozi che teneva regolarmente questo comportamento, lo so per esperienza diretta).

Quello citato è un banale esempio di furbizia italiota che ci racconta come siamo un popolo di incivili.

Giusto ieri, parlando con un tipo che ha parenti a New York, mi diceva che questi si vergognano di dichiararsi italiani perchè in America siamo più disprezzati di altre popolazioni normalmente da noi ritenute meno avanzate; mi faceva notare che mentre un tempo si diceva Italia=mafia, adesso si parla dell’Italia per il bunga bunga, per gli scandali vari e l’incapacità di lavorare per valorizzare un paese che ha un patrimonio storico e culturale unico al mondo.

Questo professionista si lamentava, tra le altre cose, della perdita di rispetto che circonda le forze dell’ordine, la scuola e l’autorità pubblica in generale; si parlava di case popolari, devastate da inquilini non solo morosi ma arroganti, pretenziosi e assolutamente sprezzanti delle più banali norme di convivenza civile.

Vale il detto “aiutati che Dio t’aiuta”: il sussidio, la casa popolare hanno senso come offerta e sostegno in caso di aiuto per necessità contingente, un modo che ha la società per dire ai membri in difficoltà che c’è fiducia in loro ed un’apertura di credito.

Ogni sei mesi, allora, bisognerebbe effettuare un’ispezione dei locali delle case popolari e verificare come sono tenute perchè queste sono un patrimonio comune, pagato dall’intera comunità. Chi non si è preoccupato di mantenerle adeguatamente ne perde il diritto e deve lasciarle, per fare spazio a chi si impegna a trattare le cose con maggiore attenzione e cura.

Poi nulla deve essere concesso gratuitamente: l’affitto e le utenze possono essere pagate facendo lavori di vario genere, dalle pulizie del condominio ai lavori di giardinaggio, sfalcio erba nei fossi, attraversamento bambini alle scuole, sostegno agli anziani, facendo loro la spesa o aiutandoli in casa.

Attualmente siamo il paese dei diritti astratti, vantati da furbi, balordi e disperati di vario genere, tanto c’è sempre qualcuno che paga.

Stesso clima di astrazione pretenziosa l’ho sentito ieri sera al tg 5: servizio del tg delle 20.00 dedicato alla capitaneria di porto di non ricordo dove; orbene questi addetti alla sicurezza di tutti i cittadini, hanno osato combattere il crimine (vendita di prodotti contraffatti sull’arenile) addirittura usando i manganelli (cioè portandoseli al seguito e immagino come forma di difesa, se non ricordo male le procedure). Una signora (beh esagero lo so), una Masaniella, con tanto di telefonino per immortalare l’orrendo misfatto, difendeva i poveri venditori e qualcuno riferiva che, addirittura, questi avrebbero fatto piangere i bambini.

Immagino la scena: orde di turpi lanzichenecchi travestiti da agenti della capitaneria di porto, ululanti e discinti, tatuati e sfigurati da piercing e cicatrici oscene, con ghigno feroce spandersi sull’arenile in cerca di poveri piccoli, inermi ed indifesi venditori abusivi, ghermirli senza pietà, abbeverarsi del loro sangue, roba da far sembrare tenere colombelle gli Uruk-hai del Signore degli Anelli.

Trascuro i vari scandali, scandaletti e ridicolaggini varie che ci accompagnano ogni giorno, dall’Expo al Mose, per citare gli ultimi due al nord (che si illude di essere meglio del sud) e che vedono protagonisti iscritti a vari partiti, anche di quelli che si sono sempre ritenuti eticamente superiori.

Tra le altre cose, siamo pure il paese del “sì però”, come sempre emerge parlando coi citatdini: “ho preso la multa per divieto di sosta, sì però guardate chi passa col rosso”; “sono passato col rosos, sì però non guardate mai a chi fa accattonaggio”; “faccio accatonaggio, sì però in Italia ci sono cose più gravi, guardate chi ruba”… devo continuare?

Come sostengo da tempo, non vedo speranze per questo popolo: necessita una nuova colonizzazione.

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