Giornata intensa con matrimonio

Oggi avrei voluto essere altrove, ed era tutto pensato ed organizzato ma la vita spesso impone rinunce o scelte che uno non vorrebbe ma che sono inevitabili.
Essendo stato invitato da Alfuccio, al secolo Alessandro (Alfarano) e dalla sua fidanzata, Angela, al matrimonio, ero del tutto deciso ad andare e ci sarei andato anche da solo, facendomene un baffo del fatto che mi sarei trovato unico commensale parmigiano e questo nonostante la mia proverbiale timidezza e pervicace volontà di evitare le feste di matrimonio (cui sono da sempre notoriamente allergico).

Sarebbe stata la seconda volta in terra di Puglia, la prima in questo nuovo secolo e millennio.

Perché questo cambiamento di rotta? Il motivo è semplice: l’amicizia e la stima che nutro verso l’ottimo Alfuccio, sin dagli esordi del suo ingresso in quel di Parma.
Ho dovuto rinunciare per le condizioni di salute di mia mamma ed effettivamente la scelta è stata giusta visto che proprio oggi, poco prima di pranzo, è stata poco bene.
Curiosamente mi è stato anche fissato l’appuntamento per fare la seconda dose di vaccino antiepatite ed è stato proprio in quell’occasione che mi sono imbattuto nel secondo incidente stradale della mattinata (il primo l’avevamo incontrato nel parcheggio del Centro Torri).
Altra coincidenza: proprio oggi mi è stato recapitato un preziosissimo volume, non destinato alla pubblicazione, cui tenevo tantissimo per ragioni sentimentali.
Una giornata densa di eventi, insomma, ma quello centrale non può che essere il matrimonio di Alessandro e Angela.
Alfuccio ha partecipato alla cerimonia in uniforme, con tanto di picchetto d’onore (non so se si dica così): ovviamente non condivido questa scelta (ambisco da anni ad abbandonare l’uniforme e tutti i corollari ossessivi del cerimoniale militare) che considero vagamente “terronica” (nemmeno Alfuccio è perfetto) ma devo ammettere che dal video che ha condiviso, era veramente bellissimo, così come Angela era meravigliosa nel più classico degli abiti bianchi (più che bianco crema chiarissima, elegantissimo), di prammatica per queste occasioni.
Sono certo che tutto si sia svolto nel migliore dei modi perché la preparazione della cerimonia, in tutti i dettagli, sono certo sia stata accuratissima (anche se devo tirare le orecchie ad Alfuccio che mi ma mandato l’invito – sigillato con la ceralacca che solo a vederla ho avuto un momento di intensa passione – scrivendo, però – e questo glielo rinfaccerò fin che campa – prima il cognome e poi il nome, una cosa orrenda a vedersi e concettualmente terribile. Ma dato che io sono buono ed Alfuccio ed Angela sono persone meritevoli, conservo l’invito tra le pagine della Bibbia che leggo ogni sera, così che ogni 24 ore mi ritorna tra le mani, a ricordarmi questo baldo e giovane collega ed amico.
Secondo consuetudine è bene fare gli auguri agli sposi e non sfuggo a questa piacevole incombenza; lo faccio traendo il materiale da quella miniera di minerali e pietre preziose che è l’opera di Giacomo Contri.
Ricordo che una volta, ad un incontro, egli parlò del matrimonio dicendo che per verificare se fosse un autentico matrimonio si sarebbe dovuto attendere almeno sei mesi o un anno e verificare se gli sposi, dopo quel periodo, avessero incrementato il loro patrimonio: se fossero stati più belli, più ricchi, con più amici, con migliori relazioni di ogni tipo, ecco, quella sarebbe la prova che il matrimonio era posto su buone basi, cioè era, per l’appunto, un matrimonio.
Matrimonio come società per azioni ovvero con produzione di profitto mediante lavoro (la faccio breve), un caso di riuscita possibile del regime dell’appuntamento.
In un post dell’ottobre 2011, Giacomo Contri scriveva: “quello del sacramento è un caso di indissolubilità ristretta entro il più generale Regime dell’appuntamento: la mia fedeltà rimane intatta verso tutti coloro che vivono come me di Regime dell’appuntamento, ossia che fanno con me il legame sociale della Società Amici del Pensiero: non divorzio da loro.
Può essere accaduto che un giorno io abbia sposato una una, posto che abbia trovato motivo di farlo, al che nulla mi obbligava e neppure lei: ma il legame precedeva, e per questo non divorzio da lei … In altri termini, se ci fosse sacramento sarebbe il sacramento del legame sociale come tale, non di un legame privato, intimo, famigliare.”
Evidenziava, infine, “la disastrosità dell’idea dell’amore come dono (costo) anziché come iniziativa che avvia un processo (beneficio)”.
Direi che ormai è chiaro il mio augurio: che questo matrimonio sia la celebrazione quotidiana di una partnership che lavora in vista di un profitto, dal quale tutto l’universo potrà trarre profitto ulteriore (io ne ho già avuto parte per i tanti squisiti ed immeritati trattamenti di favore ricevuti dall’ottimo Alfuccio).
Si potrebbe stabilire la sinonimia tra matrimonio e lavoro profittevole (ne è solo un caso, non l’unico).
Buona iniziativa, carissimi Alessandro ed Angela.
Parma, 2 maggio, memoria di Sant’Atanasio

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