festa della donna

Come ogni anno, mentre in giardino da due giorni sono fioriti i soliti splendidi narcisi, si ripropone lo stucchevole rito della festa della donna; chi occupa posti di rilievo nella vita pubblica rilascia o invia parole di compiacimento o incoraggiamento alle donne che sono un esercizio di vuota retorica poichè restano prive di contenuto per i 364 altri giorni dell’anno.

Quanto alle donne, avendoci spessissimo a che fare, non posso che rilevare un banale dato di realtà: sono a pieno titolo vittime del peccato di Adamo, tanto quanto gli uomini.

Non ho conosciuto alcuna donna che fosse immune da uno dei difetti che caratterizzano l’uomo. Mi torna in mente Amleto: “Anch’io sono onesto, pressappoco, eppure potrei accusarmi di cose tali che mia madre avrebbe fatto meglio a non mettermi al mondo. Sono orgoglioso, vendicativo, ambizioso, ho più peccati sottomano che pensieri in cui versarli, fantasie per dar loro forma o tempo per compierli. Perché gente come me deve starsene qui a strisciare tra cielo e terra? Siamo tutti dei furboni!”

Non c’è donna che non possa far sue queste parole, proprio come le faccio mie.

Non verrà dalle donne la salvezza.

Le tanto dibattute quote rosa, ancora oggi all’attenzione della politica che deve riformare la legge elettorale mi sembrano uno dei tanti cedimenti che un pensiero sempre più smarrito lascia sul campo del politicamente corretto.

Il politicamente corretto sta diventando l’oscena e feroce coscienza di questi tempi.

Leggo dal blog di Giacomo Contri del 7 marzo (coscienza empia): ” La coscienza fa Sistema, non Ordine…”

Mi aspetto allora un futuro governo con meno discriminazioni; l’attuale, infatti, pur avendo molte donne ha lasciato a piedi altre categorie non meno meritevoli quali i gay e gli stranieri.

Vorrei dunque un governo composto da un numero di ministri equamente suddiviso tra terroni, polentoni (e quelli del centro come vengono chiamati? sento dispar condicio in questa mancanza di appellativo), poi tra italici e stranieri, poi tra varie nazionalità straniere quindi tanti uomini, tante donne, tanti gay (equamente divisi tra lesbiche e gay maschi), tanti trans.

Mi verrebbe da pensare anche ad altri criteri fonti di possibili discriminazioni (sposati, celibi, con prole o senza, laureati o diplomati) uno in particolare mi sta a cuore: perchè chi è alto come me oltre il metro e novanta dovrebbe accettare di non avere rappresentanti al governo? Il nostro, di noi alti, è un modo di guardare il mondo diversissimo da chi non supera il metro e ottanta.

Stavo dimenticando gli animalisti (più Dudù per tutti).

Una mia collega, specchiata incarnazione della donna di sinistra, ha messo in ufficio una vignetta di Mafalda (credo) che recita più o meno così: “vorrei essere uomo per una settimana al mese ma non di più perchè poi il cervello mi serve”.

Lo cito come un caso di divorzio e razzismo.

Sempre dal sito http://www.societaamicidelpensiero.com ricavo questa ispirazione: “Amore = melodia a due soci”; mi sembra una buona idea che lascia perdere divorzi e razzismi.

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