E vado

Il 15 aprile sono stato a cambiare le gomme, come da consuetudine: effettuata l’operazione mi sono recato alla cassa dove la titolare mi ha chiesto: “quanto le faccio pagare di solito?”

Ho risposto di non ricordare perché ero curioso di vedere dove andasse a parare, anche se era scontato: “se paga col bancomat sono 40 €, se in contanti 30”.

Ovviamente ne avevo sempre pagati 30, anche col bancomat.

Ne ho pagati 40 ma credo sia stata l’ultima volta che mi hanno visto.

Trovo irritante questo tipo di comportamento perché non è l’errore in cui chiunque può incorrere, ma una scelta aziendale precisa e fatta con una tranquillità che mi ha lasciato sconcertato.

Come se vi fosse certezza dell’impunità.

Un altro caso curioso mi è successo durante le mie consuete passeggiate: transitando a passo spedito a fianco degli orti sociali ho scoperto nell’ordine: un tizio che tagliava i capelli ad un altro e tre tizi che giocavano a carte.

La cosa che mi ha fatto sorridere è il posto: scomodo, angusto e sotto gli occhi di tutti: eravamo, ai tempi, ancora in zona arancione ma il colore non deve avere ostacolato la libera iniziativa di questi curiosi personaggi.

Mi hanno fatto sorridere, lo ripeto, non suscitato l’ira funesta che sembra attraversare le sinapsi di molti italiani incattiviti e invidiosi.

E ricordato la mia lontana giovinezza, quando spesso i cortili erano luoghi pubblici, di condivisione di tutta una serie di attività che oggi nessuno si sognerebbe più di fare perché i regolamenti condominiali, il vicino che è insofferente, l’altro che chiama la polizia … renderebbero impossibili: quando ero bambino, il barbiere veniva direttamente a casa e, in cortile, tosava me e mio fratello con la classica scodella (non ne faceva uso, ovviamente, ma il risultato era quello).

Laudatio temporis acti? Assolutamente no.

Si sono semplicemente risvegliati dei ricordi, grazie a queste persone, nessuna italiana, e al loro curioso modo di stare assieme.

Parma, 15 maggio 2021 memoria di sant’Isidoro agricoltore

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