Draghi e non più Draghi

Draghi avrà la fiducia, com’è giusto che sia: Mario Draghi sembra essere l’ultima speranza per il nostro paese, per evitare quel disastro che sono le elezioni cioè quello che, in un paese civile, sarebbe il momento di maggior esercizio di democrazia.

Tutti o quasi lo sostengono, il che mi preoccupa non poco, perché sappiamo bene che ogni sostenitore di oggi già domani proverà ad impallinarlo, questa è la politica in Italia negli ultimi anni.

Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più nella scelta dei ministri ma, anche in questo caso, inutile perderci troppo tempo; un paio di cose apprezzo sicuramente, la prima è la sobrietà comunicativa.

Un presidente del consiglio che parla poco ed ancor meno sui social già meriterebbe la fiducia, ma non basta, ecco il secondo punto interessante: non c’è una donna una nel gruppo di ministri del pd, evento che ha fatto infuriare le donne di questo partito ma che ha, ancora una volta, mostrato l’ipocrisia dei sostenitori dei diritti che valgono fino a quando non vanno a toccare le poltrone.

Passo ad altro: quando la Grecia era in crisi economico finanziaria, essendo un paese che conta poco politicamente, si è dovuta sorbire la famigerata troika; l’Italia, pur valendo politicamente anche meno, tuttavia essendo uno dei paesi fondatori della UE ed un’economia importante in Europa, non avrebbe mai potuto subire l’onta di un controllo così pressante dall’esterno.

I sovranisti avrebbero scatenato un putiferio e chissà che altro, ma quel che dimenticano tutti o quasi è che siamo un paese con qualche debituccio in sospeso, qua e là, niente di serio, non siamo nemmeno sul podio dei più indebitati al mondo.

Questi debitucci di poco conto hanno il malaugurato effetto collaterale di renderci esposti alle lamentele – cioè richieste o se preferite pretese – dei creditori, pensate che arroganza, ci hanno prestato i denari e si intromettono su come li spendiamo, avendo timore che finiscano in tanti rivoli improduttivi: che impudenza!

Come uscire da questa situazione apparentemente insolubile?

Ecco Mario Draghi, il castigamatti della banche centrali dei singoli paesi della UE: chi meglio di lui, invocato come salvatore del popolo che manco Cincinnato, per far sì che quello che la troika ci avrebbe “chiesto” venga attuato?

Oggi non si tratta di restrizioni e tagli, è il momento di riceverli i denari di cui abbiamo tanto bisogno, ma questo fiume di credito l’Europa, ne sono convinto, vuole vedere dove e come andranno a finire.

Come dar loro torto? Pensando ai tanti ministri degli ultimi anni non vedo l’ora di essere governato da qualcuno che abbia come riferimento l’Europa.

Che non è che sia perfetta, ma rispetto all’Italia qualsiasi altra istituzione mi sembra più seria e affidabile.

Parlando con colleghi ed amici, il ministro che più lascia sconcertati in questo governo è l’arcinoto Brunetta, persona che mi sta abbondantemente antipatica.

Sappiamo cosa hanno comportato le sue riforme della pubblica amministrazione, quindi, storicamente, ci sono buoni motivi per non avere aspettative positive, ma stavolta mi sono trovato a difenderlo: sono convinto che anche lui farà quel che viene chiesto dall’Europa e che, di conseguenza, non potrà agire più di tanto di testa propria, quindi potrebbe essere che non faccia danni.

Sospendo il giudizio e resto in attesa …

Parma, 19 febbraio 2021 memoria del Beato Giuseppe Zaplata Religioso e martire

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